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domenica 22 novembre 2015

Platone e Socrate credevano nella reincarnazione (2)

"Platone allievo di Socrate, fu anche un ammiratore di Pitagora (V secolo a. C.) che è stato molto esplicito su questo argomento e ha raccontato alcune delle sue vite precedenti.

Un giorno, visitando un tempio, vide uno scudo appeso al muro come ex voto, lo riconobbe ed affermò che si trattava dello scudo che egli aveva usto nella guerra di troia, parecchi secoli prima, e  quel tempo si chiamava Euforbio (Iliade, libro XVII verso 50) Pitagora si ricordava di essere stato anche un augure di gran fama in Ionia, molto tempo prima: esperto nell'arte di sdoppiarsi, era proprio per questo motivo che era morto, infatti durante uno dei sui viaggi astrali, la moglie, credendolo morto, aveva fatto cremare il suo corpo e così l'anima non era riuscita più a ritrovare il corpo (citazione del Dr. Bertholet nel libro La reincarnazione

Sembra che Pitagora fosse stato iniziato ai misteri orfici, in cui gli fu insegnato come meglio effettuare il viaggio dopo la morte, come risvegliarsi nell'Ade e in che modo ritrovare la strada e sfuggire alla disgrazia di doversi reincarnare.


Questi corsi pratici di preparazione all'aldilà, a quanto sembra, erano piuttosto popolari nella Grecia antica e non erano noti solo ai greci.

Anche i Tibetani li conoscevano: essi erano contenuti in certi libri sacri quali il Bardo Thodol. 

Lo stesso era presso gli Egizi, Platone racconta che essi erano gli eredi degli Atlandidei scampati all'ultimo diluvio (più esattamente alle varie catastrofi successive che inghiottirono l'Atlantide circa 10.000 o 12.000 anni prima della nostra era), i sopravvissuti di Atlantide avevano trasmesso agli Egizi molte delle loro conoscenze religiose e esoteriche, riguardanti la vita nell'aldilà, alcune delle quali sono evocate nel Libro dei morti egizio (che ha certe affinità con il Bardo Thodol).

Ci si è sempre chiesti perchè mai gli egizi mummificassero il corpo dei loro morti. Ritroviamo questa tradizione nell'America Meridionale, in quei luoghi che hanno visto il fiorire delle grandi civiltà precolombiane ad opera in parte degli scampati di Atlantide e in parte dei sopravvissuti di Mu molto tempo prima.

Alla domanda a che cosa servisse la mummia, gli egittologi rispondono che si tratta di un antico religioso perchè gli egizi credevano nella sopravvivenza dell'anima; ma ciò non ci dà una spiegazione sufficiente.
Viene, infatti, da chiederci perchè mai facessero un lavoro del genere su di un cadavere solo perchè credevano nell'immortalità dell'anima.

Thot-Hermes (Ermete Trismegisto), il grande iniziato leggendario - fondatore della religione egizia e autore dei famosi libri ermetici assai apprezzati dai primi padri della religione cristiana - insegnava la reincarnazione.

Non dobbiamo dimenticare che questi insegnamenti ermetici costituivano la teologia egizia in cui Mosè era stato allevato. 
Gli egittologi, influenzati dal materialismo occidentale moderno, non hanno mai accordato grande attenzione a questa credenza sulla trasmigrazione delle anime che era diffusa generalmente presso gli egizi. Questi, infatti, con la preservazione del corpo, intendevano conservare all'anima l'involucro materiale per evitare che essa vagasse alla ventura nel mondo dell'invisibile e si reincarnasse in seguito in una forma poco desiderabile.

Può anche darsi che permettere all'anima  di ritrovarsi lo stesso corpo e di reintegrarsi in esso (in questo caso si presumeva che la mummia germogliasse). 

 Comunque stiano le cose, una cosa è certa: all'inizio dell'era cristiana, tutte le religioni dei popoli che facevano parte dell'Impero Romano, prevedevano la trasmigrazione delle anime - i misteri egizi, il neoplatonismo di Alessandria, il culto di Mitra, il cristianesimo e la stessa religione ebraica. 

E se qualcuno parlasse di questi misteri essenziali ai poveri studenti della nostra epoca, che si sentono oppressi dal peso dello studio del greco e del latino, come essi troverebbero ricchi e vivi questi anni di scuola che considerano sciupati! Non è forse cosa appassionante imparare ciò che uno ha fatto nel passato e che farà nel futuro, conoscere l'altra faccia della morte? Ed è esattamente ciò che fa Alice nell'attraversare lo specchio che le permetterà di entrare ne Paese delle Meraviglie: ella è riuscita a superare la prigione della materia. 

Ma è anche quello che cercano oggi gli occidentali che si volgono ai filosofi dell'India e del Tibet: la reincarnazione è la chiave indispensabile per poter aprire le porte dello Spazio e del Tempo.

Noi, in occidente, abbiamo gettato la chiave in fondo al pozzo e ci siamo privati degli occhi e delle orecchie.
La nostra filosofia è diventa miope, i nostri dogmi religiosi insipidi: e così le folle dell'occidente vagano alla deriva nelle paludi del consumismo."

<fine>



[Dorothèe Koechlin De Bizemont]





Per approfondire puoi leggere: Astrologia Karmica 











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