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lunedì 24 settembre 2018

Charles Bukowski - Le parole



Charles Bukowski

Le parole





Le parole non hanno occhi né gambe,
non hanno bocca né braccia,
non hanno visceri
e spesso nemmeno cuore,
o ne hanno assai poco.

Non puoi chiedere alle parole
di accenderti una sigaretta
ma possono renderti più piacevole
il vino.

E certo non puoi costringere le parole
a fare qualcosa che non
voglion fare.
Non puoi sovraccaricarle
e non puoi svegliarle
quando decidono di dormire.

A volte
le parole ti tratteranno bene,
a seconda di quel
che gli chiedi
di fare.
Altre volte,
ti tratteranno male,
qualunque cosa
tu gli chieda di fare.

Le parole vanno
e vengono.
Qualche volta ti tocca
di aspettarle a lungo.
Qualche volta non tornano
più indietro.

Qualche volta gli scrittori
si uccidono
quando le parole li lasciano.
Altri scrittori
fingeranno di averle ancora
in pugno
anche se le loro parole
sono già morte e sepolte.

Fanno così
molti scrittori famosi
e molti meno famosi
che sono scrittori soltanto
di nome.

Le parole non sono
per tutti.
E per la maggioranza,
esistono
soltanto per poco.

Le parole sono
uno dei più grandi
miracoli
al mondo,
possono illuminare
o distruggere
menti,
nazioni,
culture.
Le parole sono belle
e pericolose.

Se vengono a trovarti,
te ne accorgerai
e ti sentirai
il più fortunato
della terra. Nient'altro avrà più
importanza
e tutto sembrerà importante.

Ti sentirai
il dio sole,
riderai del tempo che fugge,
ce l'avrai fatta,
lo sentirai
dalle dita
fino alle budella,
e sarai diventato,
finché
dura,
un fottutissimo scrittore
che rende possibile
l'impossibile,
scrivendo parole,
scrivendole,
scrivendole.


Nato in Germania nel 1920,  si trasferisce a Los Angeles all'età di 2 anni. La vita in questo nuovo paese non è semplice, la situazione familiare non è delle più felici, racconterà queste vicende nel suo romanzo "Panino al prosciutto". Negli anni successivi fa molti lavori spendendo tutto quello che ha per bere. Cambia continuamente città e dopo varie esperienze, sia lavorative che sentimentali,scrive Factotum e Post Office.
Successivamente scrive Donne, e Storie di Ordinaria follia. Vivrà in serenità con la moglie Linda e tanti gatti nella sua casa di San Pedro. Nel 1988 si ammala di tubercolosi, ma continua a scrivere e pubblicare libri , Hollywood e Pulp, fino alla fine dei suoi giorni. Muore nel 1994 stroncato dalla leucemia.