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lunedì 21 dicembre 2015

Kahlil Gibran - Il lavoro


Kahlil Gibran  

Il lavoro




Il lavoro è 
poter andare di pari passo
con la terra e la sua anima.
Poiché oziare significa
diventare estranei alle stagioni,
e uscire dalla processione della vita,
che in fiera sottomissione avanza
maestosamente verso l'infinito.
Quando voi lavorate siete un flauto
che nel suo cuore volge in musica
il mormorio delle ore.
Chi di voi vorrebbe essere
una canna muta e silenziosa
quando tutte le altre
cantano insieme all'unisono?
Eppure molti considerano il lavoro
una maledizione e la fatica una sventura.
Lavorare vuol dire realizzare
una parte del sogno più remoto della terra,
a voi assegnata quando quel sogno nacque.
Ed è nel mantenersi con fatica
che in verità si ama la vita.
E amare la vita attraverso la fatica
significa essere molto vicini
al suo segreto più profondo.
Ma se voi nella vostra pena
considerate la nascita una calamità
e il sostentamento del corpo
una maledizione scritta sulla vostra fronte,
allora io vi dico che solo il sudore
della vostra fronte cancellerà ciò che è scritto.
La vita non è oscurità,
e ogni slancio è cieco se non c'è conoscenza,
e ogni conoscenza è vana se non c'è attività,
e ogni attività è vuota se non c'è amore,
e quando voi lavorate con amore
instaurate un legame con voi stessi,
con gli altri, e con Dio.








Nasce a Bsharri, in Libano, il 6 dicembre 1883, le sue opere si diffusero ben presto oltre il suo paese d'origine diventando un mito fra i giovani che consideravano i suoi scritti come breviari mistici. Il suo intento, riuscito, è stato quello di unire la civiltà occidentale a quella orientale. Muore a New York il 10 aprile 1931.

lunedì 14 dicembre 2015

Hermann Hesse - tutti i libri del mondo


Hermann Hesse

Tutti i libri del mondo





Tutti i libri del mondo
non ti danno la felicità,
però in segreto
ti rinviano a te stesso.

Lì c'è tutto ciò di cui hai bisogno,
sole stelle luna.
Perché la luce che cercavi
vive dentro di te.

La saggezza che hai cercato
a lungo in biblioteca
ora brilla in ogni foglio,
perché adesso è tua.




Nasce a Calw, in Germania nel 1877, dopo aver abbandonato gli studi in seminario prosegue la sua formazione da autodidatta, fu uno spirito ribelle e polemico contro ogni valore istituzionalizzato. Le sue opere, incentrare su personaggi alla ricerca di se stessi hanno affascinato intere generazioni. Nel 1946 viene insignito del premio Nobel per la Letteratura. I primi romanzi: Peter Camenzind e Sotto la Ruota. 

Influenzato anche dalle teorie di Jung va alla ricerca di nuovi valori in alternativa a quelli tradizionali. Le sue opere più celebri sono: Demina, Siddharta, Lupo della steppa, Narciso e Boccadoro, Il gioco delle perle di vetro. Muore a Lugano nel 1962, il giorno prima della sua morte scrive la poesia "scricchiolio di un ramo spezzato"



lunedì 30 novembre 2015

Walt Whitman - Io canto l'individuo


Walt Whitman 

Io canto l'individuo






Io canto l'individuo, la singola persona,
Al tempo stesso canto la Democrazia, la massa.

L'organismo, da capo a piedi, canto,
La semplice fisionomia, il cervello da soli non sono degni
della Musa: la Forma integrale ne è ben più degna,
E la Femmina canto parimenti che il Maschio.

Canto la vita immensa in passione, pulsazioni e forza,
Lieto, per le più libere azioni che sotto leggi divine si attuano,
Canto l'Uomo Moderno.






Walt Whitman (1819 - 1892) poeta, scrittore e giornalista americano è famoso per la raccolta "Foglie d'erba" pubblicata per la prima volta nel 1855.Cantore della libertà mette l'uomo al centro della percezione e comprensione delle cose. Nasce da una famiglia di umili condizioni e nella sua vita canterà il suo luogo natale, Long Island, come l'isola di pesce. Ha avuto un rapporto privilegiato con la madre. Celebri le sue opere "O Capitano! Mio Capitano! - La voce della pioggia - A te.

lunedì 23 novembre 2015

Charles Bukowski - Un uccello azzurro



Charles Bukowski

Un uccello azzurro





nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
vuole uscire
ma con lui sono inflessibile,
gli dico: rimani dentro, non voglio
che nessuno ti
veda.

nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
vuole uscire
ma io gli verso addosso whisky e aspiro
il fumo delle sigarette
e le puttane e i baristi
e i commessi del droghiere
non sanno che
lì dentro
c'è lui

nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
vuole uscire
ma io con lui sono inflessibile,
gli dico:
rimani giù, mi vuoi fare andar fuori
di testa?
vuoi mandare all'aria tutto il mio
lavoro?
vuoi far saltare le vendite dei miei libri in
Europa?

nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
vuole uscire
ma io sono troppo furbo, lo lascio uscire
solo di notte qualche volta
quando dormono tutti.
gli dico: lo so che ci sei,
non essere
triste

poi lo rimetto a posto,
ma lui lì dentro un pochino
canta, mica l'ho fatto davvero
morire,
dormiamo insieme
così col nostro
patto segreto
ed è così grazioso da
far piangere
un uomo, ma io non
piango, e
voi?


Nato in Germania nel 1920,  si trasferisce a Los Angeles all'età di 2 anni. La vita in questo nuovo paese non è semplice, la situazione familiare non è delle più felici, racconterà queste vicende nel suo romanzo "Panino al prosciutto". Negli anni successivi fa molti lavori spendendo tutto quello che ha per bere. Cambia continuamente città e dopo varie esperienze, sia lavorative che sentimentali,scrive Factotum e Post Office.
Successivamente scrive Donne, e Storie di Ordinaria follia. Vivrà in serenità con la moglie Linda e tanti gatti nella sua casa di San Pedro. Nel 1988 si ammala di tubercolosi, ma continua a scrivere e pubblicare libri , Hollywood e Pulp, fino alla fine dei suoi giorni. Muore nel 1994 stroncato dalla leucemia.

domenica 22 novembre 2015

Platone e Socrate credevano nella reincarnazione (2)

"Platone allievo di Socrate, fu anche un ammiratore di Pitagora (V secolo a. C.) che è stato molto esplicito su questo argomento e ha raccontato alcune delle sue vite precedenti.

Un giorno, visitando un tempio, vide uno scudo appeso al muro come ex voto, lo riconobbe ed affermò che si trattava dello scudo che egli aveva usto nella guerra di troia, parecchi secoli prima, e  quel tempo si chiamava Euforbio (Iliade, libro XVII verso 50) Pitagora si ricordava di essere stato anche un augure di gran fama in Ionia, molto tempo prima: esperto nell'arte di sdoppiarsi, era proprio per questo motivo che era morto, infatti durante uno dei sui viaggi astrali, la moglie, credendolo morto, aveva fatto cremare il suo corpo e così l'anima non era riuscita più a ritrovare il corpo (citazione del Dr. Bertholet nel libro La reincarnazione

Sembra che Pitagora fosse stato iniziato ai misteri orfici, in cui gli fu insegnato come meglio effettuare il viaggio dopo la morte, come risvegliarsi nell'Ade e in che modo ritrovare la strada e sfuggire alla disgrazia di doversi reincarnare.


Questi corsi pratici di preparazione all'aldilà, a quanto sembra, erano piuttosto popolari nella Grecia antica e non erano noti solo ai greci.

Anche i Tibetani li conoscevano: essi erano contenuti in certi libri sacri quali il Bardo Thodol. 

Lo stesso era presso gli Egizi, Platone racconta che essi erano gli eredi degli Atlandidei scampati all'ultimo diluvio (più esattamente alle varie catastrofi successive che inghiottirono l'Atlantide circa 10.000 o 12.000 anni prima della nostra era), i sopravvissuti di Atlantide avevano trasmesso agli Egizi molte delle loro conoscenze religiose e esoteriche, riguardanti la vita nell'aldilà, alcune delle quali sono evocate nel Libro dei morti egizio (che ha certe affinità con il Bardo Thodol).

Ci si è sempre chiesti perchè mai gli egizi mummificassero il corpo dei loro morti. Ritroviamo questa tradizione nell'America Meridionale, in quei luoghi che hanno visto il fiorire delle grandi civiltà precolombiane ad opera in parte degli scampati di Atlantide e in parte dei sopravvissuti di Mu molto tempo prima.

Alla domanda a che cosa servisse la mummia, gli egittologi rispondono che si tratta di un antico religioso perchè gli egizi credevano nella sopravvivenza dell'anima; ma ciò non ci dà una spiegazione sufficiente.
Viene, infatti, da chiederci perchè mai facessero un lavoro del genere su di un cadavere solo perchè credevano nell'immortalità dell'anima.

Thot-Hermes (Ermete Trismegisto), il grande iniziato leggendario - fondatore della religione egizia e autore dei famosi libri ermetici assai apprezzati dai primi padri della religione cristiana - insegnava la reincarnazione.

Non dobbiamo dimenticare che questi insegnamenti ermetici costituivano la teologia egizia in cui Mosè era stato allevato. 
Gli egittologi, influenzati dal materialismo occidentale moderno, non hanno mai accordato grande attenzione a questa credenza sulla trasmigrazione delle anime che era diffusa generalmente presso gli egizi. Questi, infatti, con la preservazione del corpo, intendevano conservare all'anima l'involucro materiale per evitare che essa vagasse alla ventura nel mondo dell'invisibile e si reincarnasse in seguito in una forma poco desiderabile.

Può anche darsi che permettere all'anima  di ritrovarsi lo stesso corpo e di reintegrarsi in esso (in questo caso si presumeva che la mummia germogliasse). 

 Comunque stiano le cose, una cosa è certa: all'inizio dell'era cristiana, tutte le religioni dei popoli che facevano parte dell'Impero Romano, prevedevano la trasmigrazione delle anime - i misteri egizi, il neoplatonismo di Alessandria, il culto di Mitra, il cristianesimo e la stessa religione ebraica. 

E se qualcuno parlasse di questi misteri essenziali ai poveri studenti della nostra epoca, che si sentono oppressi dal peso dello studio del greco e del latino, come essi troverebbero ricchi e vivi questi anni di scuola che considerano sciupati! Non è forse cosa appassionante imparare ciò che uno ha fatto nel passato e che farà nel futuro, conoscere l'altra faccia della morte? Ed è esattamente ciò che fa Alice nell'attraversare lo specchio che le permetterà di entrare ne Paese delle Meraviglie: ella è riuscita a superare la prigione della materia. 

Ma è anche quello che cercano oggi gli occidentali che si volgono ai filosofi dell'India e del Tibet: la reincarnazione è la chiave indispensabile per poter aprire le porte dello Spazio e del Tempo.

Noi, in occidente, abbiamo gettato la chiave in fondo al pozzo e ci siamo privati degli occhi e delle orecchie.
La nostra filosofia è diventa miope, i nostri dogmi religiosi insipidi: e così le folle dell'occidente vagano alla deriva nelle paludi del consumismo."

<fine>



[Dorothèe Koechlin De Bizemont]





Per approfondire puoi leggere: Astrologia Karmica 











venerdì 20 novembre 2015

Platone e Socrate credevano nella reincarnazione (1)


"Quando ripenso ai miei lunghissimi anni di studi classici durante i quali nessuno dei miei professori ha mai accennato a questa questione!
Eppure Pitagora, Platone, Socrate ci credevano, basta andare a rileggersi i testi di Platone: è lì, scritto in bianco e nero, un pò dappertutto!

Durante le lezioni di filosofia la trasmigrazione delle anime era stata citata sotto la denominazione di METEMPSICOSI (la parola reincarnazione è piuttosto recente e data dal 1875; essa è stata divulgata dai discepoli di Allan Kardec) ed era presentata come una ridicola teoria su cui non valeva la pena di perdere il tempo "una idea grottesca che consiste nel pensare che un uomo possa rinascere topo!"

Eppure dobbiamo essere un pò più logici: da ben 20 secoli l'occidente professa un'ammirazione sconfinata per la saggezza greca da cui proviene, e su cui i basa, tutta la nostra cultura.

I filosofi greci dell'antichità avevano previsto l'atomo e l'elettricità (due parole greche!), avevano scoperto la precessione degli equinozi e misurata la circonferenza della terra...Forse che questi greci deliravano solo quando parlavano di reincarnazione?

Come possiamo essere così poco onesti da espungere dai testi di Platone il concetto fondamentale dell'immortalità dell'anima attraverso una serie di vite successive? Come possono tanti secoli di studi aver occultato quest punto dei testi classici che sono tanto espliciti?

Nel FEDONE Platone fa parlare Socrate:

"E' un'opinione molto antica che le anime, nell'abbandonare questo mondo, vadano negli Inferi da cui esse ritornano in questo modo per ricominciare una nuova vita, dopo essere passati attraverso la morte. Mi sembra, oh Cebes, che non si possa opporre a questa verità e che noi non ci sbagliamo ammettendole....perchè è certo che i viventi nascono dai morti".

"Ciò che tu dici, oh Socrate - disse Cebes interrompendolo - è il seguito necessario di un altro principio che h inteso spesso stabilire, e cioè che la nostra scienza altro no è che reminiscenza. Se questo principio è vero, ne consegue, di necessità, che noi abbiamo appreso in un'altra epoca le cose che ora ricordiamo..."
Socrate acconsente e dice " quello che noi chiamiamo apprendere non è forse rientrare in possesso della scienza che avevamo, e non avremmo forse ragione a chiamarla ricordarsi?"

Altrove (nella REPUBBLICA), Platone dice anche "ognuno è responsabile delle sue scelte, Dio è innocente...le anime sono soprattutto guidate dalle abitudini che hanno contratto nelle vite precedenti".

<continua>

[Dorothèe Koechlin De Bizemont]


Per approfondire puoi leggere: Astrologia Karmica 




lunedì 16 novembre 2015

Pablo Neruda - Ode al giorno felice


Pablo Neruda 

Ode al giorno felice






Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.

Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.

Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché sì,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca,
essere felice.




Nato in Cile nel 1904 è una delle voci più significative del XX secolo. Cominciò a scrivere poesie fin dall'adolescenza, la sua prima raccolta è del 1923 "Crepuscolo". Dopo aver trascorso un periodo in Spagna durante la guerra civile ritorna in Cile, si iscrive al partito comunista e viene eletto senatore. Costretto all'esilio, dal quale scrive un numero notevole di opere, nel 1952 ritorna in Cile, sostiene l'elezione di Allende e ottiene l'incarico di ambasciatore del Cile in Francia. Nel 1971 riceve il premio Nobel per la letteratura...muore a Santiago nel 1973 pochi giorni dopo il colpo di stato di Pinochet segna la fine del governo Allende e l'instaurazione della dittatura.



lunedì 9 novembre 2015

ALDA MERINI - La verità è sempre quella...


Alda Merini


La verità è sempre quella






La verità è sempre quella,
la cattiveria degli uomini
che ti abbassa
e ti costruisce un santuario di odio
dietro la porta socchiusa.
Ma l'amore della povera gente
brilla più di una qualsiasi filosofia.
Un povero ti dà tutto
e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.



Alda Merini [Alda Giuseppina Angela Merini] nasce a Milano il 21 marzo del 1931, la sua sensibilità e malinconia la porta ad una esperienza di internamento nel 1947. La sua vita è costellata di esperienze più o meno forti che si possono ritrovare nelle sue opere (terra santa - l'altra verità. Diario di una diversa - caffè sui navigli - reato di vita. Autobiografia e poesie) fantastiche e molto significative. « Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra. Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita. »(Alda Merini, La pazza della porta accanto)


lunedì 2 novembre 2015

Hermann Hesse - Scritto sulla sabbia



Hermann Hesse 

da La felicità, versi e pensieri

Scritto sulla sabbia




Che il bello e l'incantevole 
Siano solo un soffio e un brivido, 
che il magnifico entusiasmante 
amabile non duri: 
nube, fiore, bolla di sapone, 
fuoco d'artificio e riso di bambino, 
sguardo di donna nel vetro di uno specchio, 
e tante altre fantastiche cose, 
che esse appena scoperte svaniscano, 
solo il tempo di un momento 
solo un aroma, un respiro di vento, 
ahimè lo sappiamo con tristezza. 
E ciò che dura e resta fisso 
non ci è così intimamente caro: 
pietra preziosa con gelido fuoco, 
barra d'oro di pesante splendore; 
le stelle stesse, innumerabili, 
se ne stanno lontane e straniere, non somigliano a noi 
- effimeri-, non raggiungono il fondo dell'anima. 
No, il bello più profondo e degno dell'amore 
pare incline a corrompersi, 
è sempre vicino a morire, 
e la cosa più bella, le note musicali, 
che nel nascere già fuggono e trascorrono, 
sono solo soffi, correnti, fughe 
circondate d'aliti sommessi di tristezza 
perché nemmeno quanto dura un battito del cuore 
si lasciano costringere, tenere; 
nota dopo nota, appena battuta 
già svanisce e se ne va. 

Così il nostro cuore è consacrato 
con fraterna fedeltà 
a tutto ciò che fugge 
e scorre, 
alla vita, 
non a ciò che è saldo e capace di durare. 
Presto ci stanca ciò che permane, 
rocce di un mondo di stelle e gioielli, 
noi anime-bolle-di-vento-e-sapone 
sospinte in eterno mutare. 
Spose di un tempo, senza durata, 
per cui la rugiada su un petalo di rosa, 
per cui un battito d'ali d'uccello 
il morire di un gioco di nuvole, 
scintillio di neve, arcobaleno, 
farfalla, già volati via, 
per cui lo squillare di una risata, 
che nel passare ci sfiora appena, 
può voler dire festa o portare dolore. 
Amiamo ciò che ci somiglia, 
e comprendiamo 
ciò che il vento ha scritto 
sulla sabbia.



Nasce a Calw, in Germania nel 1877, dopo aver abbandonato gli studi in seminario prosegue la sua formazione da autodidatta, fu uno spirito ribelle e polemico contro ogni valore istituzionalizzato. Le sue opere, incentrare su personaggi alla ricerca di se stessi hanno affascinato intere generazioni. Nel 1946 viene insignito del premio Nobel per la Letteratura. I primi romanzi: Peter Camenzind e Sotto la Ruota. 
Influenzato anche dalle teorie di Jung va alla ricerca di nuovi valori in alternativa a quelli tradizionali. Le sue opere più celebri sono: Demina, Siddharta, Lupo della steppa, Narciso e Boccadoro, Il gioco delle perle di vetro. Muore a Lugano nel 1962, il giorno prima della sua morte scrive la poesia "scricchiolio di un ramo spezzato"


lunedì 26 ottobre 2015

Pablo Neruda - Bacio


Pablo Neruda


Bacio





Ti manderò un bacio con il vento
e so che lo sentirai,
ti volterai senza vedermi ma io sarò li
Siamo fatti della stessa materia
di cui sono fatti i sogni
Vorrei essere una nuvola bianca
in un cielo infinito
per seguirti ovunque e amarti ogni istante
Se sei un sogno non svegliarmi
Vorrei vivere nel tuo respiro
Mentre ti guardo muoio per te
Il tuo sogno sarà di sognare me
Ti amo perché ti vedo riflessa
in tutto quello che c'è di bello
Dimmi dove sei stanotte
ancora nei miei sogni?
Ho sentito una carezza sul viso
arrivare fino al cuore
Vorrei arrivare fino al cielo
e con i raggi del sole scriverti ti amo
Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno
tra i tuoi capelli,
per poter sentire anche da lontano
il tuo profumo!
Vorrei fare con te quello
che la primavera fa con i ciliegi.



Nato in Cile nel 1904 è una delle voci più significative del XX secolo. Cominciò a scrivere poesie fin dall'adolescenza, la sua prima raccolta è del 1923 "Crepuscolo". Dopo aver trascorso un periodo in Spagna durante la guerra civile ritorna in Cile, si iscrive al partito comunista e viene eletto senatore. Costretto all'esilio, dal quale scrive un numero notevole di opere, nel 1952 ritorna in Cile, sostiene l'elezione di Allende e ottiene l'incarico di ambasciatore del Cile in Francia. Nel 1971 riceve il premio Nobel per la letteratura...muore a Santiago nel 1973 pochi giorni dopo il colpo di stato di Pinochet segna la fine del governo Allende e l'instaurazione della dittatura.

lunedì 19 ottobre 2015

ALDA MERINI - La semplicità


ALDA MERINI 

La semplicità





La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri.
E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri.
Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili,
di finire alla mercè di chi ci sta di fronte.
Non ci esponiamo mai.
Perché ci manca la forza di essere uomini,
quella che ci fa accettare i nostri limiti,
che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia, 
in forza appunto.

Io amo la semplicità che si accompagna con l'umiltà.
Mi piacciono i barboni.
Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,
sentire gli odori delle cose,
catturarne l'anima.
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo.
Perché lì c'è verità, lì c'è dolcezza, lì c'è sensibilità, lì c'è ancora amore.


Alda Merini [Alda Giuseppina Angela Merini] nasce a Milano il 21 marzo del 1931, la sua sensibilità e malinconia la porta ad una esperienza di internamento nel 1947. La sua vita è costellata di esperienze più o meno forti che si possono ritrovare nelle sue opere (terra santa - l'altra verità. Diario di una diversa - caffè sui navigli - reato di vita. Autobiografia e poesie) fantastiche e molto significative. « Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra. Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita. »(Alda Merini, La pazza della porta accanto)




giovedì 8 ottobre 2015

Gruppi karmici, karma differito

"A quanto pare, le entità non si reincarnano immediatamente: talvolta possono passare anche dei secoli fra due vite successive. Alcune Entità, traumatizzate da un'esperienza terrena violenta, sembra non abbiano nessun entusiasmo a ritentare la prova. Altre, invece, devono attendere che l'evoluzione della storia offra loro le condizioni adatte per reincarnarsi.

Edgar Cayce ha evocato la vita di uno schiavo Gallo, torturato da schiavi neri, che aspettò fino al XX secolo per reincarnarsi negli Stati Uniti: la tensione razziale che regna in quel paese gli ha concesso la possibilità di superare il suo odio karmico per la razza nera (ed è assai probabile che molti dei negrieri d'un tempo, si siano, un bel giorno, reincarnati sotto un altro colore di pelle!) 

Le situazioni che sono descritte come GRUPPI kARMICI, sono ben note agli esoteristi: si tratta di gente vissuta in una particolare epoca, che si reincarna tutta insieme nello stesso periodo e nello stesso luogo.


Cayce ha evocato il periodo della guerra civile spagnola, ra le due guerre mondiali, nel secolo scorso, e ha detto che le anime incarnate che sono state coinvolte in questa atroce guerra civile erano per la maggior parte quelle dei CONQUISTADORES spagnoli del XVI secolo (con un grande debito karmico da pagare!).

Gli abitanti di Atlantide si sono reincarnati in occidente durante il XX secolo, portando con sé un grande bagagli culturale e tecnologico di cui Platone ha parlato nel Timeo e Crizia.
D'altra parte, molte Entità si reincarnano subito, al punto che il ricordo della loro morte precedente si confonde con quello della nascita presente.
In tali casi, le persone ritrovano facilmente il ricordo della loro vita precedente."

[Dorothée Koechlin De Bizemont]



Per approfondire puoi leggere: Astrologia Karmica