Commento su alcune parti della “Lettera che il Pontefice Benedetto XVI ha mandato al Prof. Odifreddi”.
Tale lettera, è una risposta alle innumerevoli critiche contro gli scritti di Benedetto XVI da parte di Odifreddi.
Lettera pubblicata martedi, 24 settembre 2013
Prima di parlare dell’argomento di questa settimana credo sia doveroso presentarmi non solo come scrittrice, ma anche come studiosa.
All’Università di Roma, prima di laurearmi in filosofia, lo dico con grande commozione, ho avuto l’immensa fortuna di avere come professore di filosofia, l’emerito filosofo Valerio Verra, che credo sia noto ai più, per i suoi scritti e per la sua eccellente produzione letteraria destinata anche ai suoi allievi.
Questo competente e autorevole filosofo contemporaneo ha trattato molti temi di enorme rilevanza approfondendo anche la difficile divergenza di opinioni tra Nietzsche e Kierkegaard sullo stesso argomento: Gesù, il Cristianesimo e altre questioni di interesse non comune.
Ho pronunciato “Nietzsche” il nome di questo grande filosofo perché ho fatto parte della vecchia scuola e non “Nice” come oggi la nuova moda vorrebbe che così si pronunci.
Dopo la mia laurea, il professor Verra, mi rese, con altri suoi studiosi, sua assistente: in parole povere sono stata quindi anch’io una esaminatrice fino a che non abbracciai l’insegnamento.
Assistere a una lezione del Prof. Filosofo, Verra voleva dire per me e per molti altri “Amare la filosofia e di conseguenza la storia e tutte le materie ad essa collegate, ma soprattutto imparare a ragionare e avere la passione per la verità che solo con studi approfonditi spesso, si può raggiungere.”
Quando il professore morì nel 2001, fui invitata alla sua cerimonia commemorativa all’università la Sapienza di Roma.
Ho creduto opportuno fare questo preambolo, affinché l’argomento che tratterò oggi, no mi si possa contestare come frivola o superficiale polemica.
Infatti, parlare del grande studioso, teologo e ricercatore Benedetto XVI non potrebbe di certo avvenire senza una minima base educativa sugli studi che l’emerito Pontefice non ha mai smesso di approfondire.
Parlerò di alcuni punti della lettera che il Pontefice Benedetto XVI ha mandato al Prof. Odifreddi che è stata pubblicata martedi 24 settembre 2013.
E posso affermare con convinzione che finalmente qualcuno ha detto all'illustrissimo docente di non parlare di cose che non sa.
Non leggerò la lettera perché chiunque la può trovare in rete, ma mi limiterò ad un semplice commento di alcune parti di essa.
Benedetto XVI con l’umiltà che lo contraddistingue, risponde riguardo al libro del professor Odifreddi, appunto con questa lettera.
Ed io credo che Odifreddi per quanto si professi studioso, non lo sia poi molto, e per affermare ciò basta leggere appunto queste parole di risposta del Pontefice alle sue continue critiche e obiezioni.
Il Pontefice fa notare al suo contestatore che è meravigliato dell’aggressività con la quale Odifreddi parla riguardo gli scritti del Pontefice ripetendo che lui( Odifreddi) è uno studioso scientifico e quindi ciò che dice è inconfutabile affermando che la teologia sia fantascienza, ma dimentica di dire che una funzione importante della teologia è proprio quella di mantenere la religione legata alla ragione e la ragione alla religione.
Entrambe le mansioni sono importantissime per l’umanità.
Poi il Pontefice afferma che ciò che ha scritto Odifreddi su alcune questioni che Odifreddi stesso, reputa esatte, non sono per niente vere e nemmeno oggettive quindi non valide.
Anche se costui continua lo stesso a considerarsi un uomo di scienza.
Riguardo all’abuso morale di minorenni da parte di sacerdoti, il Pontefice ne prende atto, con profondo dolore, ed è questo il punto che mi è molto piaciuto sulla risposta di Benedetto XVI dove dice che mai Lui abbia cercato di mascherare queste cose e aggiunge che il potere del MALE va ovunque.
E anche se per il Pontefice non è motivo di conforto, egli dichiara che secondo le ricerche dei sociologi, la percentuale dei sacerdoti rei di questi crimini non è più alta di quella presente in altre categorie professionali assimilabili.
E in ogni caso, non si dovrebbe presentare ostentatamente questa deviazione come se si trattasse di un sudiciume specifico del cattolicesimo. Quindi, Benedetto XVI asserisce con molta serietà che se si deve dire male della Chiesa, allora non si può nemmeno tacere sulla grande scia luminosa di bontà e di purezza, che la fede cristiana ha tracciato nei secoli.
E qui il Pontefice cita figure di grande validità come: Benedetto di Norcia e sua sorella Scolastica, Francesco e Chiara d’Assisi, e molti altri ...
Ora il Pontefice risponde su qualcosa che ha dell’incredibile, che io sinceramente, mai mi sarei aspettata da chi come Odifreddi, reputandosi un grande studioso, vada ad affermare di non ammettere l’esistenza di Gesù nell’ambito storico!
Sinceramente su questo punto, sono rimasta esterrefatta. Su ciò non si può avere un’opinione, nessuno può farlo giacché è la Storia con la S maiuscola a confermarlo!
Benedetto XVI gli risponde così:
“Ciò che Lei dice sulla figura di Gesù non è degno del Suo rango scientifico.”
E a questo punto al Pontefice non rimane che consigliare “in modo deciso” alcuni libri di storia che sembra che il signor Odifreddi non abbia mai sentito il bisogno di consultare!
Sorvolo volutamente su altre fandonie che questo “scienziato” ha praticamente buttato lì insieme ad altrettanti sproloqui senza nemmeno vergognarsene un po’.
Insomma questo erudito signore parla di tutto e di niente con una faciloneria inaudita.
E così tocco con mano che la cultura e lo studio vero, vengono talmente accantonati che chiunque, senza merito, potrebbe proclamarsi scienziato in un batter d’occhio, solo perché trova seguaci e sostenitori che come lui non sanno cosa sia la serietà.
E il signor Odifreddi, prima di dire o peggio di scrivere tante stupidaggini basate sul nulla assoluto, farebbe meglio ad informarsi.
La nostra società brulica di gente che ha fatto della propria ignoranza la sua bandiera, la troviamo ovunque, in ogni facciata e il brutto è che questa gente con una superficialità disarmante si permette, addirittura di contestare fatti storici che in quanto storici, non possono essere assolutamente contestati.
È già da tempo, che non mi meraviglio più di chi ancora crede nelle favole, solo perché chi le racconta è qualcuno che si sente uomo di scienza, ma che non è altro che un maldestro millantatore.
Sono contenta che a mia figlia io abbia trasmesso la passione per la filosofia e per lo studio della verità, che anni fa un professore, che non si dava tante arie, come molti fanno oggi, trasmise a me.