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lunedì 16 novembre 2015

Pablo Neruda - Ode al giorno felice


Pablo Neruda 

Ode al giorno felice






Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.

Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.

Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché sì,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca,
essere felice.




Nato in Cile nel 1904 è una delle voci più significative del XX secolo. Cominciò a scrivere poesie fin dall'adolescenza, la sua prima raccolta è del 1923 "Crepuscolo". Dopo aver trascorso un periodo in Spagna durante la guerra civile ritorna in Cile, si iscrive al partito comunista e viene eletto senatore. Costretto all'esilio, dal quale scrive un numero notevole di opere, nel 1952 ritorna in Cile, sostiene l'elezione di Allende e ottiene l'incarico di ambasciatore del Cile in Francia. Nel 1971 riceve il premio Nobel per la letteratura...muore a Santiago nel 1973 pochi giorni dopo il colpo di stato di Pinochet segna la fine del governo Allende e l'instaurazione della dittatura.



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