Oggi 25 novembre, come tutti sanno, si celebra la Giornata internazionale
per l'eliminazione della violenza contro le donne.

In
Italia
secondo l'Istat una italiana su tre subisce molestie fisiche o sessuali nel
corso della vita. La violenza sulle donne è purtroppo in
forte crescita e gli abusi non sono solo fisici. Da alcuni anni sono in aumento
i casi di “stalking”, fenomeno che è anche chiamato sindrome del
“molestatore assillante”.

Perché
il 25 novembre? L’Onu ha scelto questa data perché nel 1981 alcune femministe
si incontrarono a Bogotà, in Colombia, per un incontro, per riflettere sulla
condizione delle donne e in ricordo dell’assassinio nel 1960 di tre sorelle,
donne rivoluzionarie che lottavano contro il regime. Omicidio avvenuto proprio
il 25 novembre.
Quel
giorno le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro
mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio d’informazione
militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate e
massacrate a colpi e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a
bordo della loro auto, per simulare un incidente. L'assassinio delle sorelle
Mirabal è ricordato come uno dei più truci della storia dominicana.
Ma io dico, non è questo il punto. Il problema è
il sommerso dei tentati femminicidi
e dei suicidi per motivi legati al genere. Sarebbe importante approfondire
questo tipo di criminalità perché sappiamo che, nella maggior parte dei casi,
le forme estreme di violenza/autolesionismo
non sono atti isolati, ma rappresentano solo il gesto finale di una o più
violenze (psicologiche, economiche o fisiche):Quindi i femminicidi aumentano perché quando le donne chiedono aiuto non
vengono protette in
maniera adeguata. Si tratta di un vero e proprio “fallimento delle autorità
dello Stato” nella protezione delle donne che hanno subito violenza da parte di
partner o ex.
La situazione italiana per numero di femminicidi a livello europeo,è molto
grave. Il femminicidio non arriva mai all’improvviso. Molto raramente è frutto
di un “raptus”, come piace tanto definirlo alla stampa, trasmettendo
stereotipi. Troppo spesso è collegato a una determinata concezione culturale del ruolo
della donna nella relazione e nella società, che trasforma la coppia in un
inferno in cui la donna viene punita psicologicamente, controllata
economicamente, isolata nelle sue relazioni e picchiata.
E’ molto importante usare la
parola femminicidio ....
davanti ai tanti intellettuali che si ostinano a negare che esiste un’asimmetria
di genere nella violenza agita dagli uomini sulle donne – in particolare
nell’ambito delle relazioni di intimità e familiari – occorre utilizzare questo
termine che, nella sua bruttezza e nella sua ferocia, ma anche nella sua
storia, rimanda alla storica disparità
di potere (o discriminazione
di genere) che sta alla base della violenza rivolta nei
confronti della donna “in quanto donna”.
Nicole Dark
Nicole Dark, scrittrice di romanzi a carattere sociale, senza mai abbandonare la suspense del thriller con epiloghi inaspettati!
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