La nostra mitica amica e scrittrice, Nicole Dark, sta per farci assaporare un'altra storia, un'altra avventura, con il suo solito e stupendo stile che ti fa letteralmente "mangiare" i suoi libri.
Frammenti di Follia
Prologo
Anche quella mattina la sveglia strimpellò.
Ange odiava quel suono. Dopo aver cambiato molte sveglie e tipi di suoneria, aveva deciso di tenersi la peggiore perché assomigliava di più a un frastuono suonante che Ange era costretta a interrompere subito con un colpo della mano, se non voleva morire di stress appena sveglia.
Ci aveva pensato molto prima di optare per quel genere di “suono”, perché se ne avesse scelto uno più gradevole, avrebbe continuato a dormire all’infinito.
Era ormai consapevole che avrebbe dovuto usare il campanaccio per decidere ad alzarsi e quello stoico martirio si ripeteva ogni mattina senza nessuna pietà.
Ma quella volta un sorriso si schiuse sulle sue labbra.
Dopo aver bloccato la suoneria della sveglia, si rimise a dormire, per fortuna era ancora notte!
Si girò dall’altra parte del letto e si raggomitolò ancor più su se stessa.
Mentre si rannicchiava sotto le coperte come una gatta che fa le fusa, Ange pensò che sarebbe dovuta stare più attenta a rimettere quella stupida sveglia, era distratta, la sera andava a letto troppo tardi e quella volta era stata destata nel bel mezzo della notte. Comunque era una bella sorpresa, poteva dormire ancora...
Mentre cercava di trovare la posizione più comoda, si ricordò che non aveva guardato che ore fossero... Tastando sopra il comodino non aprì gli occhi sennò si sarebbe svegliata del tutto. Mentre sfiorava la sveglia, questa scivolò e cadde a terra. Allora si decise ad accendere la luce, mancava la corrente... ma che nottata... per una volta che aveva avuto la fortuna di dormire ancora... Si alzò dal letto e cercò di ricordare, dove avesse messo la torcia.
Mentre camminava lentamente con le mani in avanti, sentì la fluidità dell’ampia tenda e si accorse che era andata verso la finestra. Le sue mani continuavano a tastare e Ange dopo aver cambiato direzione si avviò all’uscita della camera.
Mentre avanzava sbatté contro un mobile, indietreggiò, poi cominciò a girare su se stessa. Non ricordava nemmeno l’arredamento!
Sentiva freddo e si pentì di essersi alzata dal letto. Quella grande casa non era molto riscaldata, soprattutto nei larghi spazi. Ange mise le braccia sovrapposte per riscaldarsi, mentre cercava di avvicinare al collo il bavero del pigiama di raso. Aveva sempre saputo che quei pigiami non tengono caldo, ma lei li preferiva, la sua pelle era molto delicata e il cotone le dava fastidio. Palpava gli oggetti cercando di capire cosa fossero. Faceva fatica a riconoscerli.
Andò a picchiare su una piccola statua che si trovava su di un piedistallo. Imprecò.
Continuò a camminare, sbattendo ovunque.
Era disorientata, non sapeva dove si trovasse … il respiro era diventato ansante, le sue gambe cominciavano a tremare e il suo passo non era più sciolto.
Era meglio se fosse rimasta a letto!
Cercò di nuovo la sua camera ma non le fu facile trovarla, aveva sbattuto dappertutto.
Suonò il telefono... lo ignorò.
Voleva solo il suo letto.
Sfiorò qualcosa di fluido, era la tenda in camera sua, pensò.
La aprì con uno strappo deciso.
Si stropicciò gli occhi... cercava un qualsiasi spiraglio di luce fuori dalla finestra... spesso aveva notato le insegne luminose dei negozi... Ora non c’era più nulla! Era tutto sparito! Non era la sua...
Non era a casa sua!
Cominciò a colpire il vetro con la mano... Si fermò all’istante.
Il telefono aveva suonato... senza la corrente... E tutto quel buio... troppo... Il buio era troppo...
Quando Ange capì di essere diventata cieca cadde in terra e perse i sensi, trascinando con sé la grande tenda scura.
Edizioni Rei
Nicole Dark
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