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mercoledì 19 dicembre 2012

CIATDM - Emma la piccola rapita e portata in Siria dal padre


RAPITA E PORTATA IN SIRIA DA PADRE, 
LA MAMMA "DITEMI SE E' VIVA" 
(AGI) - Roma, 18 dic. -



Alice Rossini, 32 anni, tradisce tutta la sua disperazione di madre che, giusto il 18 dicembre 2011, si e' vista portare via la piccola Emma, oggi due anni e nove mesi, dall'ex marito, il siriano Mohamad Kharat. 

L'uomo, 26 anni, tornato nel suo paese con la figlioletta al termine di un viaggio dai contorni ancora poco chiari, ha tentato la carta del "riscatto" ("voglio 300mila euro") e quella delle minacce ("la riavrai in una bara bianca") prima di interrompere del tutto i contatti. Un silenzio per certi versi anche peggiore. 

E' un secondo Natale da incubo per chi, come Alice, e' convinta di essere stata lasciata sola dalle autorita' nella sua battaglia. 
Storia simile a tante altre quella di Alice e Mohamad, coppia "mista" che - due anni dopo le nozze celebrate con rito civile ad Arcore, e nonostante l'arrivo della piccola Houda Emma (il 23 marzo 2010) - naufraga tra litigi e incomprensioni, nati dalla pretesa dell'uomo di imporre la fede musulmana alla famiglia: quando dalle parole si passa alle violenze, lei presenta denuncia ai carabinieri e torna dalla madre a Vimercate. 

E' l'ottobre di un anno fa: Mohamad, per bocca dello zio Yaser, si dice disposto ad accettare una separazione consensuale previo ritiro della querela, che lo danneggerebbe nell'iter per la cittadinanza: nell'attesa accetta di vedere Emma nei weekend, come concordato con un legale. 
Sembra che tutto proceda verso un epilogo civile, e invece il 18 dicembre, domenica, arriva la drammatica svolta. "Te la riporto stasera", promette l'uomo, ma lui e la Volkswagen nera usata per il "sequestro" si volatilizzano. "Il passaporto di mio marito lo avevo io - racconta Alice - eppure lui riesce ad imbarcarsi alla Malpensa su un volo per Atene in compagnia di una donna e di Emma. Una volta in Grecia, per quello che siamo riusciti a ricostruire, lei torna in Italia e lui e la piccola proseguono il viaggio in auto, probabilmente pagando qualcuno". 
I mesi che seguono alla denuncia per sottrazione internazionale di minore riservano solo cattive notizie. 
Dopo le iniziali, ripetute minacce di morte, Alice, figlia di operai e dipendente part time di un'impresa di pulizie, si sente chiedere 300mila euro per riaverla. "La situazione e' apparsa subito estremamente complessa - ammette l'avvocato Luca Zita, che le sta provando tutte per risolvere la questione - anche perche' la Siria non aderisce alla Convenzione dell'Aja che disciplina i casi di sottrazione internazionale di minore: con la signora siamo anche andati a Damasco, dove pero' non esisteva traccia ufficiale del rientro di Kharat". Tutto quello che poteva essere fatto a livello legale in Italia e' stato fatto:

"Abbiamo ottenuto l'affidamento esclusivo di Emma alla madre e la revoca della potesta' genitoriale e un mandato d'arresto internazionale per Kharat ma nessuno dei provvedimenti e' stato notificato, perche' nel frattempo la guerra civile che ha colpito la Siria ha provocato l'interruzione dei rapporti con le nostre autorita' consolari. La Farnesina? Sin qui non possiamo certo dire di aver ricevuto un grande aiuto"

Ma dov'e' oggi la piccola Emma? "Difficile, quasi impossibile dirlo", risponde amaro Zita. "Da indagini private del mio studio, risulterebbe con i nonni a Rashdeen, nei pressi di Aleppo. "Ma sono mesi che non abbiamo novita' - conferma Alice Rossini - lo zio di mio marito dice che la piccola sta bene, sempre nello stesso villaggio, la moglie racconta che i nonni l'hanno portata via, in fuga dalla guerra. So solo che abbiamo chiesto tante volte un video, o anche solo una foto, per documentarne le condizioni, ma che ci e' stato sempre negato". "Abbiamo chiesto aiuto al ministero degli Esteri, a quello della Giustizia, all'Interpol, ma nessuno finora ci ha davvero dato una mano", lamenta Alice che pero' promette di non arrendersi, di lottare "finche' ne avro' la forza. 
Adesso stiamo raccogliendo le firme sotto una petizione popolare. Ma e' importante anche il sostegno dei media, per evitare che l'attenzione sul caso resti alta. Emma e' cittadina italiana e deve tornare in Italia".



(AGI) Bas 181333 DIC 12 NNNN













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