"Quali iniziative abbia sin qui messo in atto il ministero degli Esteri, anche eventualmente ricorrendo alla collaborazione di servizi diplomatici e di intelligence di altri Paesi, per riportare in Italia la piccola Emma Kharat illegalmente sottratta alla madre e al suo paese d'origine".
E'quanto chiede Lodovico Sonego, senatore Pd, in una interrogazione a risposta scritta a Emma Bonino in merito al caso della bimba di 3 anni, portata in Siria dal padre, Mohamad Kharat, il 18 dicembre del 2011 senza il permesso della madre; la donna, Alice Rossini, da allora non solo non ha mai piu' visto la figlia ma non ne ha mai piu' avuto notizie.
Al ministro, Sonego chiede anche "se sia a conoscenza del luogo dove vivano attualmente la bambina e il padre nonche' delle condizioni di vita della piccola".
"Da notizie ufficiose - si legge nell'interrogazione - il Kharat, dopo aver lasciato l'Italia, si sarebbe recato prima (maggio 2012) a Rashdeen vicino ad Aleppo e successivamente in un campo profughi gestito da milizie irregolari ribelli (il cosiddetto "campo dei bloccati"). La realta' e' che di misteri, in questa storia, ce ne sono tanti. A cominciare da come Mohamad, 27 anni, originario di Aleppo, un anno e mezzo fa abbia potuto imbarcarsi su un volo alla Malpensa in compagnia di Emma, cittadina italiana, e di una donna nonostante il suo passaporto lo avesse la moglie.
Il matrimonio di Alice, 32 anni,e Mohamad, celebrato cinque anni fa ad Arcore in municipio, era naufragato presto anche per la pretesa di lui di imporre la fede musulmana alla famiglia, ma quando Alice si era presentata dai carabinieri di Vimercate per denunciare le violenze subite, l'uomo si era detto disposto ad accettare una separazione consensuale previo ritiro della querela, che lo avrebbe danneggiato nell'iter per la cittadinanza.
Nell'attesa aveva accettato di vedere Emma nei weekend, come concordato con un legale, ma una domenica, quel fatidico 18 dicembre, aveva caricato la bimba su una Volkswagen nera ed era sparito.
Per Alice, l'inizio di un incubo di cui non si intravvede la fine: Mohamad dopo aver tentato la carta del "riscatto" ("voglio 300mila euro") ma la moglie e' figlia di operai e lavoratrice dipendente e quella delle minacce ("la riavrai solo in una bara bianca") ha interrotto del tutto i contatti.
Un silenzio per certi versi anche peggiore, visto che ad oggi la mamma non sa nemmeno se la figlia, portata in un paese dilaniato dalla guerra civile, sia ancora viva.
"La situazione e' apparsa subito estremamente complessa -ha ammesso l'avvocato Luca Zita - anche perche' la Siria non aderisce alla Convenzione dell'Aja che disciplina i casi di sottrazione internazionale di minore: con la signora siamo anche andati a Damasco, dove pero' non esisteva traccia ufficiale del rientro di Kharat".
Tutto quello che poteva essere ottenuto a livello legale in Italia e' stato ottenuto,compresi la revoca della potesta' genitoriale e un mandato d'arresto internazionale per Kharat, ma la situazione e'rimasta immutata.
Nel frattempo Alice ha chiesto aiuto a tanti, e confessa di sentirsi "abbandonata dallo Stato", come ha scritto anche a gennaio in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Nei mesi scorsi il Ciatdm, il Coordinamento internazionale delle associazioni a tutela dei diritti dei minori presieduto da Aurelia Passaseo, ha prima promosso una petizione popolare,sottoscritta da migliaia di persone, per chiedere al governo di impegnarsi a riportare Emma in Italia attivando, se necessario,"i servizi segreti italiani e di altri Paesi" (l'idea e' quella di consegnare le firme a Pietro Grasso), poi ha lanciato un appello diretto all'allora ministro Terzi. Nella consapevolezza che "piu' il tempo passa", piu' i danni sull'equilibrio psicofisico della piccola rischiano di rivelarsi "devastanti".
(AGI)Bas011555 GIU 13NNNN
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