Oggi voglio commentare un fatto di cronaca accaduto un paio di giorni fa in Italia: “Il piccolo Andrea Albanese dimenticato dal padre in macchina e poi trovato morto dopo ore.”
Ho letto svariati commenti su questo tragico avvenimento, di moltissime persone che con assoluto convincimento non hanno fatto altro che sputare sentenze senza la benché minima riflessione su ciò che hanno “vomitato” dalle loro fauci velenose contro quel padre tanto snaturato da dimenticare suo figlio in macchina.
E tali commenti, se così si possono definire, mi hanno fatto rabbrividire, tanto malvagi quanto spietati. Queste persone hanno giudicato con ferocia quell’uomo affermando che “certa gente non merita di avere figli”, oppure che “quel padre dovrebbe andare dritto in galera”.
E in quel momento mi sono risollevata, perché ho subito pensato alla grande fortuna che abbiamo in Italia nel poter godere della saggezza di gente così profonda ed efficace che riuscirebbe, senza ombra di dubbio, a occupare il posto dei nostri bistrattati giudici.
Per chi non lo sapesse, io tempo fa persi un bambino per malasanità e so per certo che il dolore che provai, che sento tuttora e che continuerò a sentire fino alla fine della mia vita, lo potrebbe capire soltanto chi lo sta già provando perché questo immenso e detestabile dolore appunto, per la perdita di un figlio, nessun altro sarebbe in grado di capire, nemmeno per una parte impercettibile, poiché perdere un figlio non è come perdere un genitore che rientra nella legge naturale, ma va assolutamente contro natura.
Il mio primo pensiero sul tremendo fatto di cronaca di cui sopra, non è andato al bambino morto, bensì ai suoi genitori e in primis a quel padre che la gente sta continuando a giudicare con una superficialità inaudita ignorando la vera essenza del fatto e sono sicura al cento per cento che tra quelli che stanno crocifiggendo quel padre, non ce ne sia uno solo, che abbia avuto l’esperienza di una perdita di questa portata, poiché sarebbe sicuramente restato in silenzio assoluto pregando il Padreterno di dare tanta forza a quel pover’uomo che ha avuto l’immensa sfortuna di vivere in un mondo tanto frenetico quanto impersonale che obbliga tutti noi indistintamente, a “correre”, con una frenesia disumana dettata dagli astuti media, compresi gli insopportabili talk show, che sono campioni nell’esasperare le notizie, e che in questo periodo di crisi hanno superato se stessi, cavalcando le onde più drammatiche del momento:
come quella dei suicidi, scatenando una forte emulazione, delle fabbriche che chiudono, senza mai mostrare l’altra faccia della medaglia, della gente che rovista nella pattumiera, facendo finta di non sapere che molta di questa gente è sempre esistita, e, come azione più grave e spregevole, quella di OMETTERE DI PROPOSITO, di raccontare i fatti più rilevanti e positivi, che vedono e hanno sempre visto storicamente, la grande capacità del popolo italiano, di saper ricominciare sempre e comunque per poi vincere, senza avere però nelle orecchie quel continuo martellamento di negatività.
Di questi media che in maniera subdola, riescono a rendere vano e a bloccare qualsiasi impulso positivo che è insito nel nostro DNA, ma che la gara indiscriminata, di questi criminali della “disinformazione” riesce a mozzare sul nascere, e guai se così non fosse, in modo che la loro stupida gara non sia fallace e non si arresti mai!
E, continuando indisturbati, quali depositari della verità assoluta, perseverano nella loro vera competizione a chi grida più forte, e se la ridono con quel ghigno beffardo di chi sa di avere un copioso conto in banca per i lauti compensi che ricevono senza sosta, per aver saputo raccontare meglio la condizione più sciagurata, che è diventata per loro, fonte di abbondante ricchezza.
E insistendo a metterci l’uno contro l’altro, attirano la gente più distratta, terrorizzandola al punto di non farle spendere più un centesimo, contribuendo nel modo più vergognoso, a bloccare integralmente la nostra economia, e tutto ciò in nome del loro dio criminoso chiamato “audience”.
E mentre la gente trema di paura, questi bravi conduttori fingono di essere preoccupati e nostri alleati, per poi ridere a crepapelle nel vedere realizzarsi la loro tanto agognata popolarità, ottenuta grazie all’ascolto assicurato, dalle loro ignare vittime.
E mentre i vari telegiornali, alzando ancor di più la loro voce, gareggiano a dare la notizia più terrificante col solito tono di chi, senza un briciolo di solidarietà, forgia vittime e carnefici, fanno scivolare la povera gente da loro spossata e indebolita, fino al punto di indurla a commettere errori che la segneranno per tutta la loro vita.
No, no, non ho cambiato discorso, e ritornando a quel povero padre del bambino morto, affermo con lucida certezza che chiunque continui a crocefiggerlo, non avrà nessuna soddisfazione, perché non aggiunge nulla alla vera e unica croce che l’uomo si trascinerà per tutta la sua vita, una vita completamente mutata a causa di un destino tanto crudele, che indubbiamente potrebbe capitare a ognuno di noi.
Voglio concludere col noto aforisma di Albert Einstein:
"Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo all’universo ho ancora dei dubbi."
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