Sporco di sangue, è stato rintracciato a Venezia. Era ricercato fino dal momento del ritrovamento dei corpi dei nonni e della zia!

Due anziani coniugi e la figlia di 56 anni trovati massacrati nella loro villetta, colpiti con un non meglio identificato "corpo contundente", forse un martello, forse un soprammobile.
Eppure è stata questa la scena che si è presentata agli occhi dei vigili del fuoco quando sono riusciti a forzare la porta d'entrata e a entrare in casa. In serata il nipote, Lorenzo Manavella, 25 anni, si è costituito a Venezia.
E' sceso dal treno con i vestiti sporchi di sangue e in stato confusionale, ma ha trovato la forza di presentarsi al posto di polizia della stazione Santa Lucia: "Sono stato io, sono stato io - ha ripetuto -. Li ho ammazzati io a Santhià. Volevo costituirmi da voi, e non a Vercelli".
La donna, che lavorava in banca e viveva a Vercelli, ieri si era fermata a casa dei genitori per assistere la madre. I coniugi Manavella vivevano in una villetta bifamiliare in via Marconi 14.
Da una parte loro, i nonni. Dall'altra il figlio Gianluca, fratello di Patrizia, e il figlio di lui e della sua prima moglie, Lorenzo, campione di pallavolo e un passato con episodi poco chiari legati alla droga.
In questi giorni il ragazzo era rimasto in casa da solo perché il padre era in Sardegna per un aggiornamento professionale.
I vicini hanno riferito di averlo visto andare ancora ieri a salutare i nonni, con i quali - dicono - aveva un ottimo rapporto. Ma dalla notte precedente di Lorenzo si erano perse le tracce.
Così aveva cercato sul cellulare prima la sorella Patrizia, poi il figlio Lorenzo. Ancora nessuna risposta. Allora - preoccupato - aveva chiamato l'amico presidente della squadra di pallavolo di Santhià, dove lui lavora come allenatore, e gli aveva chiesto il favore di andare a controllare. L'amico arriva in via Marconi, citofona a lungo, senza risultato.
In quel frangente arriva la badante che assiste i due coniugi, e che ha la chiave di casa. Ma la chiave non entra nella toppa.
Allora si decidono i vigili del fuoco. I quali sfondano la porta, entrano in casa e trovano i corpi. Gli investigatori, coordinati dal procuratore capo di Vercelli, Paolo Tamponi, hanno continuato a mantenere un riserbo strettissimo
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In precedenza aveva lasciato questi altri 'post': "Unica nota positiva, la pallavolo"; "So di sbagliare ma non merito di essere solo". In serata la confessione, a Venezia: "Sono stato io, sono stato io".
Vorrei aggiungere che le statistiche dicono che sono molti di più i giovani che fanno uso di droga e alcol e questo purtroppo è il retaggio di una società malata che si auto - distrugge sul nascere con l’auto - distruzione dei suoi giovani.
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