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***In Tibet, anche i tulku cioè i personaggi santi (in genere i padri superiori di un convento) si reincarnano per poter rimanere vicini ai loro monaci. Alexandra David-Neel ne parla (Mystique et Magiciens du Tibet, Plo9n 1968):

Panico del sovraintendente perchè si trattava, in realtà, della tabacchiera del defunto tulku di cui egli si era appropriato.
"Restituiscimela subito", disse il bambino.
Poi condusse il bambino al convento e gli fece scegliere fra un mucchio di oggetti quelli che erano appartenuti al defunto.
Alexandra Davis Neel racconta poi come ella stessa abbia assistito alla scena e in particolare di come il bambino "riconobbe" tutti gli usci, le stanze e i meandri segreti del monastero dove, peraltro, egli non era ancora entrato nella sua presente incarnazione.
Reclamò anche una ciotola di porcellana dimenticata in fondo a un baule che si stabilì essere in effetti appartenuta al defunto.
In generale, qualche mese o un anno dopo la morte di un Lama, superiore di un convento, è del Dalai-Lama stesso, i monaci si mettono alla ricerca della sua reincarnazione.
Essi vanno a scovare tutti i bambini che vengono indicati come particolarmente vivaci e intelligenti.
I nomi di questi bambini vengono poi scritti su dei pezzetti di carta e tirati su a sorte. L'eletto, dopo una serie di prove del genere di quelle descritte qui sopra, viene poi consacrato.

Il presente Dalai-Lama, che è il quattordicesimo, è stato scelto, o meglio "ritrovato" in questo modo.
E sembra che egli sia proprio la reincarnazione del su predecessore morto nel 1933.
In Cina, i taoisti, i buddisti e i discepoli di Confucio credono nella reincarnazione: Confucio non ne era affatto contrario.
Anche se Lao-Tsè (VII-VI secolo a. C.) fa solo qualche breve accenno al ritorno periodico dell'uomo sulla terra.
Il su discepolo preferito Chouang-Sou, al contrario ne parla diffusamente nel Tao-Te-King.
Lao-Tsè che è stato contemporaneo sia di Buddha che di Pitagora e di Ezechiele, si è reincarnato ,molte volte e in particolare nella persona di Kouang-Tschang-Tseu, "l'Imperatore Giallo"....
In Cina come del resto in Giappone, le espressioni correnti del linguaggio di tutti i giorni, evocano spesso la reincarnazione.
E gli Europei, che la ignorano, trascurano una delle chiavi essenziali della psicologia orientale.
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