
occorre una revisione immediata del regolamento di Dublino, secondo il quale spetta allo Stato di primo approdo la responsabilità dell'accoglienza.
Insomma, Lampedusa non è solo la frontiera italiana, ma è la frontiera che segna il confine dell''Europa con l'Africa. E allora l'Europa deve essere messa una volta per tutte di fronte a questa responsabilità.
Primo: bisogna avviare un contrasto internazionale degli scafisti e del traffico di disperati negli Stati mediterranei che non se ne occupano, anche per le situazioni interne più che complesse in cui si trovano, basti pensare alla Libia.
Non si può negare l'accoglienza a chi fugge da situazioni di guerra, miseria disumana, carestie o violazioni sistematiche dei diritti umani, non si può: ma il flusso deve essere in qualche modo disciplinato, e con estrema urgenza. Anche, come chiede la Croce Rossa, creando corridoi umanitari sicuri e controllati o in Africa e nel Medio Oriente.

E naturalmente bisogna anche distribuire gli immigrati accolti in Italia in tutto il territorio europeo: non può essere uno dei Paesi oggi finanziariamente più debole e politicamente più precario ad accollarsi da solo l'onere di una pressione immigratoria non più sostenibile, che inevitabilmente genera disperazione e criminalità e si ritorce negativamente non solo sugli italiani ma sugli stessi immigrati, costretti a vivere di espedienti in un paese dove la disoccupazione giovanile è arrivata al 40%.
E CONCLUDO:
L'Europa che si riempie la bocca di bei discorsi umanitari, che è tanto brava a farci le pulci sulle inadempienze o inadeguatezze, farebbe meglio a "rompere" un po' meno e a collaborare di più.
Nicole Dark

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