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domenica 24 marzo 2013

Nicole Dark 24 marzo anniversario dell'eccidio delle fosse ardeatine


Ci sono storie che sembrano inventate. 
Come questa. Il 24 marzo 1944, il giorno dopo l’attacco contro l’11a compagnia del III battaglione delle SS in via Rasella a Roma, dove restano uccisi 31 militari tedeschi e 2 civili (altri 10 soldati moriranno nei giorni successivi), per ordine di Hitler viene decisa una rappresaglia di 10 italiani per ogni tedesco ucciso.

Ci sono storie che sembrano incubi
Come questa storia di belve con sembianza umana, che ordinano: “Punizioni esemplari”. La Convenzione di Ginevra del 1929 fa esplicito divieto per gli atti di rappresaglia nei confronti dei prigionieri di guerra. Ma al comando tedesco non importa. Ci si aggrappa ai codici di diritto bellico nazionali che consentirebbero la rappresaglia. Ma si violano anche quelli: non si aspettano le 24 ore di rito perché i responsabili si consegnino, non si indaga su eventuali responsabilità, non si risparmiano civili innocenti, non si fanno avvisi alla popolazione. Ci vuole una punizione esemplare, una rappresaglia.

Ci sono incubi che sono storia. Una punizione esemplare, fatta dall’uomo regredito: ebrei, gente raccolta per strada, detenuti … L’importante è che la belva umana si plachi.
Ci sono incubi che durano 66 anni. Herbert Kappler, ufficiale delle SS e comandante della polizia tedesca a Roma, già responsabile del rastrellamento del Ghetto di Roma e delle torture contro i prigionieri nel carcere di via Tasso, comanda le operazioni. Un plotone di soldati tedeschi blocca l’accesso alla cava di arenaria, 4 camion portano 335 persone all’incrocio di via Fosse Ardeatine con via delle sette chiese.  E avviene l’eccidio. Poi, le mine, vorrebbero nascondere quell’eccidio perché sembra che anche le belve provino vergogna.

Ci sono storie che fanno orrore. Perché anche la terra ha ripugnanza e si ribella: i corpi senza vita emanano un odore così forte che i tedeschi sono costretti a tornare, il 25 marzo, per far saltare ancora la cava. E la voce si sparge sulle strade di Roma. Molti sanno cosa c’è lì sotto, Molti fingeranno di non saperlo.

Ci sono storie che sembrano un sogno o un incubo, che non riesce a spegnersi
335 persone innocenti massacrate per vendetta: E il vento continua a soffiare su questa storia. 
La memoria del passato è molto importante perché vi è un proverbio che dice che chi ricorda bene il passato difficilmente commetterà gli stessi errori nel futuro:
 ma ne siamo veramente sicuri?



Nicole Dark 






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