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domenica 31 marzo 2013

Nicole Dark - Francesco un Papa povero che non piacerà a tutti


Vorrei commentare un articolo di Politi molto significativo sulle novità di Papa Francesco, un Papa che ci ha regalato e continua a farlo ogni giorno, forti emozioni.

Il suo programma è racchiuso nella scaletta di intervento, che l’allora arcivescovo argentino pronunciò in una delle assemblee plenarie dei porporati svoltesi alla vigilia del conclave. 

Nell’assemblea preconclave Bergoglio espone la sua visione di Chiesa e papato in modo organico. 

Evangelizzare – dice – significa che la “Chiesa esce da se stessa e vada verso le periferie (del mondo): non solo geografiche ma esistenziali”. Se invece la Chiesa rimane serrata in se stessa e “diventa autoreferenziale che significa fare riferimento solo a se stessa (…) si ammala”. I mali che con l’andar del tempo si manifestano nelle istituzioni ecclesiali – continuava l’allora arcivescovo argentino “trovano la loro radice nell’autoreferenzialità, una specie di narcisimo teologico”. La Chiesa autoreferenziale tiene Cristo dentro di sé e non lo lascia uscire.

In poche frasi l’allora arcivescovo di Buenos Aires condanna ben quattro volte questo atteggiamento. A suo parere esistono due modelli di Chiesa: la “Chiesa evangelizzatrice, che esce da se stessa (…) e la Chiesa mondana che vive in sé, di sé e per sé”. E qui Bergoglio offre un importante spiraglio sul futuro: “Ciò deve aprire la strada (letteralmente: dare luce) a possibili cambiamenti e riforme da fare per la salvezza delle anime”. Bergoglio indica quindi la necessità di un papa che sia un “uomo che, partendo dalla contemplazione di Gesù Cristo (…) aiuti la Chiesa a uscire da sé e andare verso le periferie esistenziali”. Una Chiesa, che deve essere “madre feconda della dolce e consolatrice allegria dell’evangelizzazione”.

E’ un Papa scomodo Jorge Bergoglio. Per ora in Vaticano tutti lo circondano dell’ossequio dovuto al nuovo padrone, ma lo sconcerto per la sua caparbia intenzione di comportarsi come “vescovo povero” comincia a irritare i prelati più conservatori. La domenica delle Palme Francesco aveva già eliminato l’anello piscatorio dorato, riprendendosi quello d’argento di Buenos Aires.

A due settimane dalla sua elezione abita ancora nella residenza Santa Marta, nella suite che di speciale ha solo un salone per ricevere i collaboratori. Il rifiuto di entrare nell’appartamento pontificio – che lui trova esageratamente grande come ha detto alla prima ispezione – costringe il suo staff a cercagli un’alternativa. Insomma, un Papa che predichi la povertà va bene: ma in Vaticano uno che vuole vivere in due stanzette, non ci voleva!

Qualche prelato ha già fatto sparire in occasioni pubbliche la croce d’oro, che indossava, ma non è che questo rende di buon umore tutti. Nei fatti la perdurante essenzialità e lo stile povero del successore di Benedetto XVI sta diventando un campanello d’allarme per chi in Vaticano indulge a quella “mondanità” di consumi, che Francesco non tollera, o si impegola in traffici economici poco chiari. Sono quelli, che vivono l’arrivo del Papa-vescovo come l’irruzione di un ispettore. L’accenno fatto dal Papa, durante la messa a Santa Marta, a quanti parlano male degli altri, alla “gioia oscura della chiacchiera” che equivale a “ciò che ha fatto Giuda”, è un altro campanello d’allarme per chi in Curia ha tramato, tagliando e cucendo. Bergoglio non è come Papa Ratzinger, che si addolorava e non agiva. Il pontefice gesuita non starà con le mani in mano.

All’udienza generale, Papa Francesco ha ripreso il tema dell’“andare verso le periferie dell’esistenza (…) verso i nostri fratelli e sorelle (…) i più lontani, quelli che sono dimenticati, che hanno più bisogno di comprensione e aiuto”. Poi ha esclamato: “Che pena tante parrocchie chiuse!”.

Punto di forza di Francesco (e di preoccupazione per quanti temono le sue riforme) è inoltre il fatto che non esibisce assolutamente la sobrietà. Lo è, e basta. Al conclave, quando gli hanno chiesto se accettava il pontificato, ha risposto: “Sono un grande peccatore, accetto confidando nella misericordia e nella pazienza di Dio”.



Nicole Dark 










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