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mercoledì 19 giugno 2013

MAURIZIO RUSSO - Amore Mancato


Non si è mai soli...
Un me stesso spettatore, con la cognizione di cosa io volessi.






Amore mancato

Dalla persiana socchiusa
ho cercato la mia musa,
i morbidi fianchi ed
il suo seno accennato
ho guardato senza peccato.

Ho spiato algido,
e la sua tenera maternità
mi ha dissolto,
e si è impadronita
del mio volto.

Con la sua tenerezza
ha finalmente distrutto
la mia stanchezza,
che dai tramonti adolescenziali
raziocinava senza ali.

É entrata senza sperare
se fosse bene o male amare.
Incosciente e distratta
ha dato vita
alla mia vita finita.

Spettrale,
impoltrita
e con i pensieri,
abituati da sempre
al presente di ieri.

Grazie pallido fiore
per avermi inondato
del tuo candore,
e così donato

un amore mancato.



Mi chiamo Maurizio Russo, scrivo da un po di anni ed anche se provengo da un territorio socialmente difficile, o più precisamente impegnativo come Casal di Principe, ho iniziato a scrivere per chiarirmi con me stesso prima che con gli altri. Ho preso così gusto all'opera di scrittura, quindi a lavorare agli scritti prestando attenzione alla forma estetica al di la dei concetti espressi. Non so dare indicazioni accademiche per il genere delle mie poesie, scrivo d'istinto, e per tanto accetto ogni genere di critica sulle mie pubblicazioni.

Collaboro da tempo con Radio l'Isola che non c'è sia nella lettura delle mie poesie che dando ampio spazio a questo tema assai affascinante!


Buona lettura ai frequentatori di queste pagine e se vi parrà il caso: 
fatemi sapere la vostra!!!

vinci995@libero.it

domenica 9 giugno 2013

C.I.A.T.D.M. - consenso sessuale - un limite da ridiscutere


Un tema assai spinoso e dibattuto da molti è quello del limite di età per il quale un adolescente può avere rapporti sessuali "consenzienti"!

La presidente del CIATDM ha rilasciato una intervista al Giornalista Riccardo Iori del giornale D de La Repubblica nella quale affronta tale argomento:

Aurelia Passaseo, presidente del CIATDM, pensa che l'attuale limite comporti un rischio per l'adolescente. “A 14 anni non si può sperare che la sfera sessuale sia vissuta in maniera consapevole. Per il consumo di alcool o per guidare la macchina si devono aspettare i 18 anni e non capisco come, per una sfera così intima e delicata, il limite sia così basso”. Senza arrivare ai limiti estremi di Turchia e Malta, dove l'età del consenso è fissata a 18 anni, o dell’ultracattolica Irlanda, con 17, un modello che potrebbe accordarsi con la visione di Passaseo è quello inglese, dove la soglia è fissata a 16 anni, ma anche dopo il loro compimento, la legittimità di una relazione con un maggiorenne può essere messa in discussione e quest'ultimo denunciato se la storia nasce in una situazione di disparità (nuovamente, l'esempio più classico è quello di una storia tra professore e alunno/a). “Quando il rapporto concerne un adulto e un minorenne, la supposta accettazione da parte di quest'ultimo dovrebbe essere sempre valutata caso per caso”



In Spagna tale limite è, oggi, fissato a 13 anni, ma si sta apprestando per un innalzamento di tale età per contrarre matrimonio a 16 anni....

quando tale innalzamento sarà fatto, l'Italia resterà uno dei paesi con la soglia più bassa per quanto riguarda tale consenso (la legge prevede sì i 16 anni per contrarre matrimonio ma "accetta" i 14 per avere rapporti sessuali consenzienti!)

Aurelia Passaseo, presidente del CIATDM, ringrazia il Giornalista Riccardo Iori che le ha offerto la possibilità di affrontare e diffondere il pensiero suo e dell'associazione che rappresenta, per quanto riguarda tale legge.






Nicole Dark - QUANDO LA MEDIOCRITA’ SI FA GIUSTIZIERE (La criminalità dei media)


Oggi voglio commentare un fatto di cronaca accaduto un paio di giorni fa in Italia: “Il piccolo Andrea Albanese dimenticato dal padre in macchina e poi trovato morto dopo ore.”

Ho letto svariati commenti su questo tragico avvenimento, di moltissime persone che con assoluto convincimento non hanno fatto altro che sputare sentenze senza la benché minima riflessione su ciò che hanno “vomitato” dalle loro fauci velenose contro quel padre tanto snaturato da dimenticare suo figlio in macchina.

E tali commenti, se così si possono definire, mi hanno fatto rabbrividire, tanto malvagi quanto spietati.  Queste persone hanno giudicato con ferocia quell’uomo affermando che “certa gente non merita di avere figli”, oppure che “quel padre dovrebbe andare dritto in galera”.

E in quel momento mi sono risollevata, perché ho subito pensato alla grande fortuna che abbiamo in Italia nel poter godere della saggezza di gente così profonda ed efficace che riuscirebbe, senza ombra di dubbio, a occupare il posto dei nostri bistrattati giudici.

Per chi non lo sapesse, io tempo fa persi un bambino per malasanità e so per certo che il dolore che provai, che sento tuttora e che continuerò a sentire fino alla fine della mia vita, lo potrebbe capire soltanto chi lo sta già provando perché questo immenso e detestabile dolore appunto, per la perdita di un figlio, nessun altro sarebbe in grado di capire, nemmeno per una parte impercettibile, poiché perdere un figlio non è come perdere un genitore che rientra nella legge naturale, ma va assolutamente contro natura.

Il mio primo pensiero sul tremendo fatto di cronaca di cui sopra, non è andato al bambino morto, bensì ai suoi genitori e in primis a quel padre che la gente sta continuando a giudicare con una superficialità inaudita ignorando la vera essenza del fatto e sono sicura al cento per cento che tra quelli che stanno crocifiggendo quel padre, non ce ne sia uno solo, che abbia avuto l’esperienza di una perdita di questa portata, poiché sarebbe sicuramente restato in silenzio assoluto pregando il Padreterno di dare tanta forza a quel pover’uomo che ha avuto l’immensa sfortuna di vivere in un mondo tanto frenetico quanto impersonale che obbliga tutti noi indistintamente, a “correre”, con una frenesia disumana dettata dagli astuti media, compresi gli insopportabili talk show, che sono campioni nell’esasperare le notizie, e che in questo periodo di crisi hanno superato se stessi, cavalcando le onde più drammatiche del momento: 
come quella dei suicidi, scatenando una forte emulazione, delle fabbriche che chiudono, senza mai mostrare l’altra faccia della medaglia, della gente che rovista nella pattumiera, facendo finta di non sapere che molta di questa gente è sempre esistita, e, come  azione più grave e spregevole, quella di OMETTERE DI PROPOSITO, di raccontare i fatti più rilevanti e positivi, che vedono e hanno sempre visto storicamente, la grande capacità del popolo italiano, di saper ricominciare sempre e comunque per poi vincere, senza avere però nelle orecchie quel continuo martellamento di negatività.

Di questi  media che in maniera subdola, riescono a rendere vano e a bloccare qualsiasi  impulso positivo che è insito nel nostro DNA, ma che la gara  indiscriminata, di questi criminali della “disinformazione” riesce a mozzare sul nascere, e guai se così non fosse, in modo che  la loro stupida gara non sia fallace e non si arresti mai!

E, continuando indisturbati, quali depositari della verità assoluta, perseverano nella loro vera competizione a chi grida più forte, e se la ridono con quel ghigno beffardo di chi sa di avere un copioso conto in banca per i lauti compensi che ricevono senza sosta, per aver saputo raccontare meglio la condizione più sciagurata, che è diventata per loro, fonte di abbondante ricchezza.

E insistendo a metterci l’uno contro l’altro, attirano la gente più distratta, terrorizzandola al punto di non farle spendere più un centesimo, contribuendo nel modo più vergognoso, a bloccare integralmente la nostra economia, e tutto ciò in nome del loro dio criminoso chiamato “audience”.

E mentre la gente trema di paura, questi bravi conduttori fingono di essere preoccupati e nostri alleati, per poi ridere a crepapelle nel vedere realizzarsi la loro tanto agognata popolarità, ottenuta grazie all’ascolto assicurato, dalle loro ignare vittime.

E mentre i vari telegiornali, alzando ancor di più la loro voce, gareggiano a dare la notizia più terrificante col solito tono di chi, senza un briciolo di solidarietà, forgia vittime e carnefici, fanno scivolare la povera gente  da loro spossata e indebolita, fino al punto di indurla a commettere errori che la segneranno per tutta la loro vita. 

 No, no, non ho cambiato discorso, e ritornando a quel povero padre del bambino morto, affermo con lucida certezza che chiunque continui a crocefiggerlo, non avrà nessuna soddisfazione, perché non aggiunge nulla alla vera e unica croce che l’uomo si trascinerà per tutta la sua vita, una vita completamente mutata a causa di un destino tanto crudele, che indubbiamente potrebbe capitare a ognuno di noi.

Voglio concludere col noto aforisma di Albert Einstein:

"Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo all’universo ho ancora dei dubbi."


domenica 2 giugno 2013

C.I.A.T.D.M - BIMBA RAPITA: "FARNESINA HA NOTIZIE DI EMMA?", INTERROGAZIONE PD (AGI)



"Quali iniziative abbia sin qui messo in atto il ministero degli Esteri, anche eventualmente ricorrendo alla collaborazione di servizi diplomatici e di intelligence di altri Paesi, per riportare in Italia la piccola Emma Kharat illegalmente sottratta alla madre e al suo paese d'origine". 

E'quanto chiede Lodovico Sonego, senatore Pd, in una interrogazione a risposta scritta a Emma Bonino in merito al caso della bimba di 3 anni, portata in Siria dal padre, Mohamad Kharat, il 18 dicembre del 2011 senza il permesso della madre; la donna, Alice Rossini, da allora non solo non ha mai piu' visto la figlia ma non ne ha mai piu' avuto notizie. 

Al ministro, Sonego chiede anche "se sia a conoscenza del luogo dove vivano attualmente la bambina e il padre  nonche' delle condizioni di vita della piccola". 

"Da notizie ufficiose - si legge nell'interrogazione - il Kharat, dopo aver lasciato l'Italia, si sarebbe recato prima (maggio 2012) a Rashdeen vicino ad Aleppo e successivamente in un campo profughi gestito da milizie irregolari ribelli (il cosiddetto "campo dei bloccati"). La realta' e' che di misteri, in questa storia, ce ne sono tanti. A cominciare da come Mohamad, 27 anni, originario di Aleppo, un anno e mezzo fa abbia potuto imbarcarsi su un volo alla Malpensa in compagnia di Emma, cittadina italiana, e di una donna nonostante il suo passaporto lo avesse la moglie. 

Il matrimonio di Alice, 32 anni,e Mohamad, celebrato cinque anni fa ad Arcore in municipio, era naufragato presto anche per la pretesa di lui di imporre la fede musulmana alla famiglia, ma quando Alice si era presentata dai carabinieri di Vimercate per denunciare le violenze subite, l'uomo si era detto disposto ad accettare una separazione consensuale previo ritiro della querela, che lo avrebbe danneggiato nell'iter per la cittadinanza. 

Nell'attesa aveva accettato di vedere Emma nei weekend, come concordato con un legale, ma una domenica, quel fatidico 18 dicembre, aveva caricato la bimba su una Volkswagen nera ed era sparito. 

Per Alice, l'inizio di un incubo di cui non si intravvede la fine: Mohamad dopo aver tentato la carta del "riscatto" ("voglio 300mila euro") ma la moglie e' figlia di operai e lavoratrice dipendente e quella delle minacce ("la riavrai solo in una bara bianca") ha interrotto del tutto i contatti. 

Un silenzio per certi versi anche peggiore, visto che ad oggi la mamma non sa nemmeno se la figlia, portata in un paese dilaniato dalla guerra civile, sia ancora viva. 

"La situazione e' apparsa subito estremamente complessa -ha ammesso l'avvocato Luca Zita - anche perche' la Siria non aderisce alla Convenzione dell'Aja che disciplina i casi di sottrazione internazionale di minore: con la signora siamo anche andati a Damasco, dove pero' non esisteva traccia ufficiale del rientro di Kharat". 

Tutto quello che poteva essere ottenuto a livello legale in Italia e' stato ottenuto,compresi la revoca della potesta' genitoriale e un mandato d'arresto internazionale per Kharat, ma la situazione e'rimasta immutata. 

Nel frattempo Alice ha chiesto aiuto a tanti, e confessa di sentirsi "abbandonata dallo Stato", come ha scritto anche a gennaio in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. 

Nei mesi scorsi il Ciatdm, il Coordinamento internazionale delle associazioni a tutela dei diritti dei minori presieduto da Aurelia Passaseo, ha prima promosso una petizione popolare,sottoscritta da migliaia di persone, per chiedere al governo di impegnarsi a riportare Emma in Italia attivando, se necessario,"i servizi segreti italiani e di altri Paesi" (l'idea e' quella di consegnare le firme a Pietro Grasso), poi ha lanciato un appello diretto all'allora ministro Terzi. Nella consapevolezza che "piu' il tempo passa", piu' i danni sull'equilibrio psicofisico della piccola rischiano di rivelarsi "devastanti".


(AGI)Bas011555 GIU 13NNNN



Nicole Dark - Italia, dal glorioso passato fantasma....

INDIA, NEW DELHI - Una bambina indiana di 11 anni è stata bruciata viva da due donne, madri di due sue amichette, che hanno voluto punirla per aver “fatto la spia” su un furto di frutta in un orto del villaggio di Balinali, nello Stato orientale di Orissa. 

La bambina, di nome Rinki si è introdotta, mercoledì scorso insieme ad altre due coetanee, nella proprietà di un contadino per rubare alcuni melograni. Poi la piccola ha rivelato l'identità delle sue complici al proprietario del frutteto che è subito andato a informare i genitori dell'accaduto.

Invece di rimproverare le figlie per il gesto, le donne, si sono procurate una tanica di benzina e sono andate a casa di Rinki. Sfruttando il fatto, che la bambina era sola, l'hanno immobilizzata, cospargendola di benzina. Poi le hanno dato fuoco. Giunto sul posto, il nonno ha subito dato l'allarme. Trasportata in ospedale, Rinki è morta per le gravi ustioni riportate su tutto il corpo. 
Si tratta di una delle tante tragedie che accadono in India: poco tempo fa un’altra bimba di sei anni era stata trovata morta in una discarica con segni di strangolamento e di stupro. Sempre a New Dehli, un maestro ha abusato di un bambino di 5 anni riducendolo in fin di vita ecc.

L’india ha una cultura molto anacronistica, questo è un fatto! E noi nonostante ciò le abbiamo affidato i nostri marò e nessuno ha mosso un dito quando gli Indiani si sono divertiti affermando: "Non escludiamo pena di morte”.

Rendendo nota una sentenza attesa dallo scorso 4 settembre, i giudici dei due marò hanno puntualizzato che a loro avviso invece "lo Stato centrale indiano ha giurisdizione", per cui il caso dovrà essere trattato a New Delhi da un tribunale speciale costituito in coordinamento dal governo e dalla stessa Corte Suprema. 
Dalla lettura della sentenza è emerso anche che sulla Enrica Lexie "i marò non godevano di quella immunità sovrana" che avrebbe determinato automaticamente l'applicazione della giurisdizione italiana.

Ma questi indiani non possono ignorare di proposito le regole comunitarie mondiali continuando a prenderci in giro! Quando sono tornati a casa per Natale abbiamo fatto bene a rimandarli in India? E quando si è votato? 

A volte siamo proprio una Nazione stupida... ci facciamo calpestare da chiunque. Voglio ricordare il caso “Cesare Battisti” che dopo tutti gli omicidi se la sta spassando in Brasile, Stato che non ci ha considerato affatto, come ora sta facendo  l’India a proposito dei nostri marò, con una differenza però che i nostri 2 soldati non sono terroristi come Cesare Battisti.
Troppo spesso L’Italia non si sente una Nazione unita, purché non ci siano i Mondiali di calcio: quando undici milionari giocano a pallone.
Allora vediamo sventolare la nostra bandiera ovunque.
Questo m’indigna al ricordo della gloriosa storia di un passato ormai fantasma! 

A proposito dei Marò voglio ricordare la Convenzione Europea di Estradizione 1957 - Parigi 
Articolo 11
(Pena capitale)

1. Se il fatto per il quale è domandata l’estradizione sia punito con la pena capitale dalla legge della Parte richiedente e se, in questo caso, detta pena non sia prevista dalla legislazione della Parte richiesta, oppure generalmente non venga eseguita, l’estradizione potrà essere accordata solo a condizione che la parte richiedente dia assicurazioni, ritenute sufficienti dalla parte richiesta, che la pena capitale non sarà eseguita. 

Il caso dei due militari italiani è che vengono riconsegnati per due volte a uno Stato straniero in cui vige la pena di morte e che per primo ha violato le leggi internazionali. Ora il medesimo Stato, contro la propria parola, sostiene che le assicurazioni sulla pena di morte non hanno pregio giuridico. 
1. Dovevano essere riconsegnati i due militari? Secondo questa Convenzione no.
2. Perché il governo italiano non ha avuto la forza necessaria per pretendere un tribunale internazionale e comunque terzo?
3. Il comportamento dell'India andava sanzionato a dovere per aver infranto le leggi internazionali, dopo aver ottenuto la liberazione provvisoria dei marò. Ora il ricatto è tale che bisogna subire, sia nelle persone che nelle istituzioni. Ingiustamente.
La vicenda è stata gestita malissimo: abbiamo il danno e la beffa insieme. 
E non sto sostenendo che l'episodio non debba essere valutato da un tribunale. Non di certo da un tribunale indiano, però!



lunedì 27 maggio 2013

C.I.A.T.D.M. - Interrogazione Parlamentare per Emma Houda!

Da diverso tempo seguiamo le vicende che riguardano la piccola EMMA HOUDA, sottratta alla mamma dal padre e condotta in Siria, dove c'è una guerra civile in atto!



La mamma della piccola Emma, Signora Alice, attende con la dovuta speranza che qualcuno le possa dare almeno qualche indicazione su dove sia finita sua figlia...e speranza più grande di poterla riabbracciare al più presto....



Il C.I.A.T.D.M. è accanto a questa madre sofferente e lotta con lei per poter avere qualche risposta ed un minimo di giustizia visto che EMMA HOUDA E' CITTADINA ITALIANA!

ecco qui di seguito l'interrogazione parlamentare che il Senatore Lodovico Sonego ha presentato al Ministro degli affari Esteri Emma Bonino:


Interrogazione a risposta scritta al Ministro degli Affari Esteri in merito alla sottrazione e all’illegale espatrio della piccola Emma Kharat.
Premesso:
- che la cittadina italiana Alice Rossini residente ,............. Provincia di Monza-Brianza, ha contratto matrimonio ad ....... con il cittadino siriano Mohamad Kharat nato ad Aleppo, Siria, il .....................;
- che dal matrimonio, a Vimercate in data 20.03.2010, è nata una figlia di nome e cognome Emma Kharat con cittadinanza italiana;
- che i coniugi sono in corso di separazione e che è prossima l’emissione della sentenza di separazione;
- che in data 18.12.2011 il Kharat è espatriato portando con sé la figlia senza il permesso della madre che peraltro tutt’ora detiene con sé i documenti che consentono alla figlia di lasciare legalmente il paese d’origine;
- che da notizie ufficiose il Kharat, dopo aver lasciato l’Italia, si serebbe recato prima (maggio 2012) a Rashdeen vicino ad Aleppo e successivamente in un campo profughi gestito da milizie irregolari ribelli (il cosidetto campo dei bloccati).
L’interrogante chiede al ministro degli affari esteri:
- se il suo dicastero sia conoscenza dell’illegale espatrio di Emma Kharat e della condotta del padre;
- se sia a conoscenza del luogo dove vivano attualmente la bambina e il padre nonchè delle condizioni di vita della piccola;
- quali iniziative abbia sin qui messo in atto il Ministero degli Affari Esteri, anche eventualmente ricorrendo alla collaborazione di servizi diplomatici e di intelligence di altri paesi, per riportare in Italia la piccola Emma Kharat illegalmente sottratta alla madre e al suo paese d’origine;
- quali iniziative abbia sin qui messo in atto il Ministero degli Affari Esteri affinchè Mohamad Kharat sia chiamato a rispondere della sua condotta davanti ad un giudice.
Sen. Lodovico Sonego


ps: per tutela della privacy son stati cancellati alcuni riferimenti e sostituiti con dei puntini




Nella speranza che il Ministro Emma Bonino, da sempre in prima linea contro le brutture di questo mondo, accolga e si interessi di questo DISPERATO caso.....il nostro pensiero va alla piccola e dolce Emma ed alla sua mamma che mai smetterà di lottare per riaverla accanto!

Ti aspettiamo dolcissima EMMA HOUDA







mercoledì 22 maggio 2013

MAURIZIO RUSSO - Sono




Essere e non essere


Quando il vento ti trapassa e ti porta via con se, di te rimane il vento...




Sono

Sono vivo quando soffia il vento
ed io sobrio sorrido di sgomento,

sono vivo quando tuona
e non ne faccio una buona,

sono vivo quando cala il sole
e mi attraversano mille parole.

Sono morto in copertina
se mi riflette una vetrina,

sono morto lontanando
se Silvia mi sta lasciando,

sono morto di vergogna
se mi tocca metterti alla gogna.

Sono triste e non è un male
ma un deterrente sindacale,

sono triste se la vita
la frequento in differita,

sono triste se mi compiaccio
ma resto un timido pagliaccio.

Sono, e per sempre
e mi ritrovo, mentore
da solo.


Mi chiamo Maurizio Russo, scrivo da un po di anni ed anche se provengo da un territorio socialmente difficile, o più precisamente impegnativo come Casal di Principe, ho iniziato a scrivere per chiarirmi con me stesso prima che con gli altri. Ho preso così gusto all'opera di scrittura, quindi a lavorare agli scritti prestando attenzione alla forma estetica al di la dei concetti espressi. Non so dare indicazioni accademiche per il genere delle mie poesie, scrivo d'istinto, e per tanto accetto ogni genere di critica sulle mie pubblicazioni.

Collaboro da tempo con Radio l'Isola che non c'è sia nella lettura delle mie poesie che dando ampio spazio a questo tema assai affascinante!


Buona lettura ai frequentatori di queste pagine e se vi parrà il caso: 
fatemi sapere la vostra!!!

vinci995@libero.it






domenica 12 maggio 2013

Nicole Dark - Equitalia dimentica anche la SHOAH!



Nel 1996 il giornalista Valter Vecellio definisce l'ex capitano "boia delle Ardeatine". Lui querela sia il cronista che Riccardo Pacifici, capo della comunità ebraica di Roma. I giudici li assolvono da ogni accusa. Dopo 17 anni però l'agenzia di riscossione chiede ai due di pagare 300 euro al posto del nazista perché nullatenente. Il giornalista chiede l'intervento di Napolitano: "Questione di principio"

“Non sono così pezzente da negare 300 euro allo Stato bisognoso, ma mi offende il modo in cui questi soldi mi sono stati chiesti”. Il giornalista Valter Vecellio vive un paradosso che molti italiani hanno vissuto, con un particolare in più da non poco conto. Ha ricevuto una lettera di Equitalia che gli ingiunge di pagare 300 euro di spese processuali. Non per una sua condanna, anzi. Vecellio deve pagare al posto di Erich Priebke, il capitano delle Ss che partecipò alla strage delle Fosse Ardeatine. La stessa richiesta viene rivolta da Equitalia anche a Riccardo Pacifici, capo della della Comunità israelitica di Roma. Ma è il motivo per cui l’agenzia di riscossione chiede i soldi a Vecellio e Pacifici che ha dell’incredibile.  

I fatti risalgono al 1996 quando Vecellio definisce il nazista il “boia delle Ardeatine” in un articolo scritto dopo che il tribunale militare di Roma aveva pronunciato l’intervenuta prescrizione per l’ex Ss. L’ex capitano, co-responsabile dell’eccidio di 335 civili e militari italiani il 24 marzo 1944 si sente offeso dalla definizione “boia” che il giornalista usa nel suo scritto e querela sia lui che Pacifici. I giudici assolvono entrambi in tutti e tre i gradi di giudizio condannando Priebke a pagare un risarcimento. “Mi sarei fatto dei problemi di coscienza anche a ricevere quel denaro da un simile personaggio – spiega Vecellio – I soldi comunque non sono mai arrivati”. E’ arrivata invece la richiesta di Equitalia di sanare il debito che l’ex capitano ha nei confronti dello Stato perché condannato.  

“Un signore che non ha nulla da perdere, querela chi gli pare – scrive Vecellio nella lettera aperta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri - Poi perde la causa ed è condannato a risarcire le spese, ma non lo fa, perché risulta nullatenente. Lo Stato allora chiede che le spese siano pagate da chi è stato tirato in ballo e di nulla è responsabile”. Un paradosso al quadrato. Anzi, al cubo visto che a Vecellio e Pacifici viene detto che possono rivalersi nei confronti di Priebke. “Evidentemente si pensa che io possa ottenere quella soddisfazione che lo Stato non riesce ad avere”. Rimane una domanda che il giornalista rivolge a Napolitano e Cancellieri: “E’ giusto che due cittadini di questa Repubblica, denunciati da un ex ufficiale nazista per reati che tre gradi di giudizio ritengono non sussistere, debbano pagare le spese per processi che non hanno intentato ma hanno subito, perché lo Stato italiano non sa, non vuole, non può farsele pagare da chi è stato condannato?

LA LETTERA DI VALTER VECELLIO A GIORGIO NAPOLITANO E ANNA MARIA CANCELLIERI

Signor Presidente della Repubblica, Signora Ministro di Giustizia,
giorni fa ho ricevuto una busta, da “Equitalia”; non reca data, o timbri. E’ una perentoria ingiunzione. Si intima di versare entro sessanta giorni – non si capisce a decorrere dal quale – di pagare la somma di circa trecento euro. Non è per una tassa non pagata, o per un errore commesso dal mio commercialista. Ho dovuto leggere e rileggere alcune volte i cinque o sei fogli, in carattere lillipuziano e gergo da iniziati, per capire di cosa si tratta: sono spese processuali; e non vi nascondo che sono stato preso da un senso di inquietudine e apprensione: quale processo? Se devo pagare spese significa che sono stato condannato… Quando? Perché? Denunciato o querelato da chi? Non ne so nulla. Condannato a mia insaputa?
L’attenzione viene attirata da due nomi: Erich Priebke e Riccardo Pacifici. Il primo è l’ex ufficiale delle SS che sconta un ergastolo ai domiciliari a Roma, dopo la condanna per i fatti alle Ardeatine. L’altro è il mio amico Presidente della Comunità Israelitica di Roma. Vado così indietro nel tempo: a quando, Priebke aveva presentato querela nei confronti di Pacifici e miei.
I fatti, brevemente: quando il tribunale militare di Roma, il 1 agosto del 1996 pronuncia l’intervenuta prescrizione per il nazista, una folla indignata manifesta per ore; fino a quando l’allora ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick non interviene, il processo rifatto, e si giunge alla condanna che ora Priebke sconta. Su quei fatti si può avere l’opinione che si crede, non è questo il punto, le ritengo tutte legittime. Il punto è che il nazista si era sentito in qualche modo leso da quanto ho scritto in un mio articolo, e dal comportamento di Pacifici. Entrambi siamo stati assolti in primo e secondo grado; la Cassazione infine ha dichiarato improcedibile il ricorso contro le sentenze che rigettavano la richiesta di risarcimento avanzata dall’ex Ss.
Ci siamo pagati di tasca nostra gli avvocati; abbiamo perso un po’ di tempo, non abbiamo chiesto un centesimo di risarcimento (personalmente avrei avuto problemi anche a darlo in beneficenza, quel denaro); la storia, pensavo, fosse finita lì. Invece arriva la cartella di Equitalia, “Servizio notificazioni atti fiscali”.
 Accade questo: l’Agenzia delle Entrate vuole che da Riccardo e da me il pagamento delle spese processuali. L’avvocato, mortificato, mi spiega che dal momento che Priebke non paga, lo Stato si rivale, per le spese sostenute, su di noi; e questo indipendentemente dal fatto che la causa la si sia vinta, non si sia stati noi ad accenderla e la si sia subita…Insomma, un signore che non ha nulla da perdere, querela chi gli pare. Perde la causa, è condannato a risarcire le spese, non lo fa, perché risulta nullatenente. Lo Stato allora chiede che le spese siano pagate da chi è stato tirato in ballo e di nulla è responsabile. Non manca la beffa finale: mi viene detto che posso sempre rivalermi nei confronti di Priebke, evidentemente si pensa che io possa ottenere quella soddisfazione che lo Stato non riesce ad avere. Che si fa, si ride o si piange?
In paesi di consolidata civiltà giuridica come gli anglosassoni se si fa causa chiedendo risarcimenti, e si fa perdere tempo e denaro alle persone, e si viene trascinati in tribunale per nulla esiste un qualcosa che si chiama “lite temeraria”; chi la intenta viene condannato a pagare svariati multipli rispetto a quello che si chiede per risarcimento, e soprattutto nessuno si sogna di chiedere a chi ha vinto di pagare le spese processuali.
Ora vorrei che sia chiaro: non sono così pezzente da non avere i trecento euro circa che mi chiedono Equitalia e l’Agenzia delle Entrate. Ne faccio, come si dice, una questione di principio.
Signor Presidente Giorgio Napolitano, Signora Ministro Anna Maria Cancellieri: è giusto che due cittadini di questa Repubblica, denunciati da un ex ufficiale nazista per reati che tre gradi di giudizio ritengono non sussistere, debbano pagare le spese per processi che non hanno intentato ma hanno subito, perché lo Stato italiano non sa, non vuole, non può farsele pagare da chi è stato condannato?
 Signor Presidente, Signora Ministro: se me lo dite voi, pago senza fiatare. Però vorrei sentirmelo dire da Lei, Signor Presidente, da Lei Signora Ministro della Giustizia.
Un saluto cordiale, Valter Vecellio

Ed io concludo:

Questa è la giustizia italiana! Oltre a essere lenta è vergognosa!


Nicole Dark 



venerdì 10 maggio 2013

CIATDM - il padre di Emma sarà processato per sottrazione di minore!

Novità per quanto riguarda il caso della Piccola Houda Emma, rapita dal padre e portata in Siria:

  sarà processato per sottrazione internazionale di minore!


La storia risale al 2011 quando il padre di questa splendida bimba ITALIANA l'ha sottratta alle amorevoli cure della mamma Alice Rossini per portarla in un paese dilaniato dalla guerra civile.

Quest'uomo ha anche minacciato la madre Alice di uccidere la bambina (tutto tramite internet) e poi ha avuto anche la sfrontatezza di richiedere un riscatto di 300 mila euro!

La madre angosciata ha chiesto aiuto a tutti...ed ora sembra che la giustizia italiana abbia dato una prima risposta con questo processo, la prima udienza si terrà il 30 gennaio 2014.

Alice, questa madre coraggio, ha anche intenzione di scrivere all'attuale Ministro degli Esteri Emma Bonino nella speranza che questa grande donna possa interpretare al meglio il suo ruolo istituzionale.

La speranza è sempre l'ultima a morire!

Ci uniamo a questa speranza di poter un giorno rivedere la piccola Houda Emma accanto alla sua mamma e che questo padre non proprio esemplare venga punito come merita! [leggi articolo per appofondimenti]

Il CIATDM nella persona del suo presidente Aurelia Passaseo dichiara:

"Bene, ora auspichiamo una condanna pesante da parte della giustizia! Il CIATDM, se Alice lo vorrà, è pronto a costituirsi parte civile nel processo!"

martedì 7 maggio 2013

CIATDM - Lettera al Vice Ministro Lapo Pistelli in favore della piccola Emma!


Non si contano più i giorni da quando la piccola Houda Emma Kharat è stata RAPITA dal padre e portata in Siria, paese nel quale c'è una guerra civile senza fine!

Tanti sono stati gli appelli al governo precedente di considerare che la piccola Hemma è CITTADINA ITALIANA e pertanto va protetta e SALVATA da tanta atrocità, ma...la voce della sua mamma e di tutti coloro che si sono resi disponibili per combattere questa ennesima violenza su un minore sono restati molto...vaghi!

Oggi c'è un nuovo governo e la speranza torna a riaffiorare, anche se molto tenue...perchè la fiducia scende sempre di più sotto le suole, verso chi avrebbe il potere di fare qualche cosa ma non lo fa...

ecco l'ennesima richiesta da parte del CIATDM nella persona del suo presidente Aurelia Passaseo alle autorità competenti!




Gentile Onorevole Vice Ministro,
mi chiamo Aurelia Passaseo e, sono presidente del Coordinamento Internazionale Associazioni per la Tutela dei Diritti dei Minori - CIATDM .
Le scrivo non solo per complimentarmi con Lei per la Sua nomina a Vice Ministro ma, sopra tutto perchè ho sentito la Sua intervista che ha rilasciato subito dopo la Sua nomina a Vice Ministro in cui ha detto che è Sua intenzione impegnarsi per la scomparsa in Siria del giornalista della Stampa Qiurico ed a tale proposito le segnalo anche la scomparsa della piccola Houda Emma Kharat rapita alla madre e, portata in Siria dal padre il giorno 18 dicembre 2011.
Mi preme sottolineare che la bambina è solo ed esclusivamente " CITTADINA ITALIANA " in quanto il padre pur avendola riconosciuta alla nascità , non avendo trascritto in Siria il suo matrimonio avvenuto nel nostro Paese di fatto per la legge islamica e Siriana che non riconosce suoi cittadini i figli nati fuori dal matrimonio .
Della bambina si sono perse le tracce e la mamma, è molto preoccupata perchè non sà dove sia di preciso la figlia nè se allo stato attuale la piccola Houda Emma sia ancora viva o morta sotto le bombe di una guerra non sua.
La bambina ha 30 mesi ed è troppo piccola non solo per vivere e crescere lontano dalla sua mamma ma, per vivere una guerra non sua che sicuramente, segnerà il suo equilibrio psicologico minando per sempre la sua vita.
In sostanza con la presente mi permetto di chiederLe non solo interesse per il giornalista ma , sopra tutto per questa " PICCOLA MA GRANDE DONNA CITTADINA ITALIANA " che, nulla ha a che fare con una guerra non sua di un paese non suo.
Ci, mi piacerebbe che Lei come primo atto di lavoro al Suo insediamento al Ministero sia quello di poter dare informazioni dettagliate alla madre della piccola Houda Emma di cosa stà facendo esattamente il Ministero e quali sia gli esiti ad oggi.
Il Ciatdm segue da oltre un anno segue la vicenda della piccola Houda Emma e della sua mamma Signora Alice Houda Rossini sostenendola in questa sua triste vicenda ed impegnandosi in tutte le sedi opportune per aiutarla tenendo alta l'attenzione delle Istituzioni affinchè nulla sia lasciato al caso per la ricerca ed il rientro in Patria della piccola Houda Emma.
Certa che Lei accoglierà questa mia richiesta di dare la stessa attenzione che Lei intende dare alla vicenda del giornalista anche per la piccola Houda Emma Kharat confermando sin da ora la mia disponibilità a fornirLe ulteriori delucidazioni in merito alla vicenda della piccola Houda Emma.
Nel ringraziarLa anticipatamente per quanto intenderà fare e farà anche per la piccola Houda Emma, nell'augurarLe un profiquo lavoro mi è cosa gradita porgerLe cordiali e distinti saluti.

Aurelia Passaseo
Presidente Ciatdm
a_ciatdm@yahoo.it
http://www.ciatdm.it/








domenica 5 maggio 2013

Nicole Dark - 5 maggio, morte di Napoleone!


Oggi 5 maggio, si celebra il 192° anniversario della morte di Napoleone Bonaparte, il più grande stratega militare che la storia moderna ha consegnato al mondo.


Nato ad Ajaccio in Corsica il 15 agosto 1769 e morto in esilio il 5 maggio 1821 nell'isola di Sant'Elena, Napoleone per un "pelo" non fu italiano. La Corsica, infatti, era di proprietà della Repubblica di Genova sino all'anno precedente quando i Genovesi la vendettero ai Francesi, molto interessati come sempre ad estendere la loro influenza sul Mediterraneo.

Napoleone, motivato da un'ambizione fuori del comune, con un coraggio impareggiabile, ben presto si impose con le sue vittorie. Ironia della sorte per noi Italiani fu la "Campagna d'Italia" che lo impose all'attenzione della Francia e di tutta l'Europa. Fu, infatti, nel nostro Paese che il giovane generale Bonaparte dimostrò per la prima volta le sue grandi capacità di stratega e di condottiero conseguendo, con mezzi limitati, una serie di brillanti vittorie e assicurando alla Francia il dominio su gran parte dell'Italia settentrionale e centrale. 

Napoleone con le sue vittorie militari riuscì, a diffondere gli ideali nazionalistici francesi. Nel 1799 conquistò il potere in Francia fino a diventare imperatore autoincoronandosi sul finire del 1804 nella Cattedrale di Notre Dame a Parigi. L'anno successivo, a nostra grande richiesta, divenne re d'Italia conservando il titolo sino al 1814. E in Italia, ci fu la prima UNIONE vera dato che prima di lui, l’Italia, era divisa in piccoli Stati e proprio grazie a Napoleone possiamo dire che inizia per noi il primo ardore per l’Unità che avverrà più tardi per merito dei nostri martiri. Il 18 giugno 1815 Napoleone subì la sconfitta definitiva a Waterloo (nella guerra della settima coalizione), la sua ultima battaglia dove gli  Inglesi riuscirono finalmente a batterlo e ad esiliarlo nella piccola isola di Sant'Elena dove morì 6 anni più tardi: il 5 maggio 1821.

Un commento, un ricordo alla sua impareggiabile vita nel bene e nel male, lo affidiamo alla stupenda Ode del nostro "Grande Scrittore e Poeta” Alessandro Manzoni: il “cinque maggio”. Nell'opera, scritta di getto in tre giorni dopo aver appreso dalla Gazzetta di Milano del 16 luglio 1821 le circostanze della morte di Napoleone, lo scrittore mette in risalto le battaglie e le imprese dell'ex imperatore nonché la fragilità umana e la misericordia di Dio.

Come nella tragedia "Adelchi", Manzoni affronta qui il tema dell'eroismo in una prospettiva particolare che ne mette in luce i lati cruenti e oscuri e, allo stesso tempo, che oscilla secondo la dinamica storica oppressi/oppressori. Dopo che per tutta la sua esistenza, Napoleone ricoprì il ruolo di oppressore, nel momento di morte si ritrova oppresso e vinto dal peso delle grandi imprese condotte, che ora gli si presentano come fallimenti.


Quando Napoleone morì (5 maggio 1821) la notizia in Europa si divulgò solo dopo qualche mese e si seppe anche che durante l'esilio Napoleone aveva ricevuto i sacramenti cristiani.

 Manzoni fu molto colpito da questo particolare e nel suo cantico non vede Napoleone come il "grande stratega" e il "genio della guerra", ma interpreta tutta la situazione sotto l'aspetto spirituale, Manzoni immagina come doveva soffrire Napoleone rinchiuso su un'isoletta dispersa e immagina anche come la fede e Dio abbiano avuto compassione nei confronti di Napoleone.

E’ noto che Manzoni non nutriva particolare simpatia per il “dittatore” e al contrario di molti letterati suoi contemporanei, non stese mai un'ode nei suoi confronti quando era ancora in vita.

E ha esplicitamente fatto intendere di non voler né denigrare né celebrare il personaggio storico, ma ha rimandato questo giudizio ai posteri (con una frase che diverrà celebre e rimarrà nell'uso comune della lingua italiana: "Fu vera Gloria? Ai posteri l'ardua sentenza",) i quali con maggior distacco potranno valutare meglio dei contemporanei, coinvolti nelle passioni dell'epoca.

 Manzoni rende esplicita la sua posizione neutrale e non servile nei confronti di Napoleone quando dice: “lui folgorante in solio vide il mio genio e tacque”,) rivendicando inoltre la sua onestà nel non averlo elogiato nemmeno quando era al massimo del suo splendore, a differenza di altri contemporanei. A dispetto della premessa dei primi versi (in cui l'autore dice di non avere mai preso posizioni favorevoli o contrarie al tiranno e di non volerlo fare in occasione della morte),  alla fine anche Lui, noto per la sua fede e militanza cattolica, si affianca ad altri contemporanei nell'apprezzare la figura di Napoleone.


Voglio concludere affermando come molti che Napoleone fu un vero genio nella strategia della battaglia.

Ma nonostante l’Italia lo avesse acclamato come re, e nonostante fosse più italiano che francese, lui non amò mai l’Italia e rubò a noi opere d’arte di encomiabile valore, ma tengo a precisare che la Gioconda non è stata rubata da Napoleone, si dice che lo stesso Leonardo l’abbia regalata o venduta alla Francia. 
 Quanto alla Gioconda però possiamo, forse, consolarci così: il Louvre, il più importante museo di Francia, è famoso in tutto il mondo e i turisti vi entrano non tanto per vedere i quadri locali, quanto e soprattutto per l’opera di un pittore italiano... È già una bella soddisfazione!


Nicole Dark